PESCARA «Vogliamo una Regione più vicina ai cittadini, soprattutto a quelli che soffrono». Così le federazioni dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil hanno espresso ieri il disagio di una categoria sempre più colpita dalla crisi, manifestando sotto la sede pescarese della Regione, in viale Bovio.
Una protesta pacifica ma rumorosa, colorata dalle bandiere delle tre sigle sindacali, ma anche da molti striscioni e cartelli come questo: «Diamo ascolto a quelli che non hanno mai voce».
Contestati soprattutto i tagli governativi alla sanità e al sociale: «Non si può immaginare di uscire dalla crisi -dice Luigi Pietrosimone, segretario generale della Fnp Cisl Abruzzo- senza puntare sul lavoro e la buona occupazione». Quasi il 20% delle famiglie abruzzesi è a rischio di povertà, e in questa classifica i pensionati sono quelli che stringono sempre di più la cinghia. In Abruzzo quelli costretti a vivere con una pensione media di poco superiore ai 600 euro al mese sono 370mila. A questi, ricordano le organizzazioni di categoria, si aggiunge la situazione drammatica delle persone non autosufficienti, in continuo aumento anche tra la popolazione giovanile.
Ieri mattina una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dall'assessore regionale al Lavoro e alle politiche sociali, Marinella Sclocco, che ha spiegato cosa si sta facendo, anche con il contributo dei parlamentari abruzzesi e del tavolo Stato-Regioni, per modificare la legge di Stabilità del Governo Renzi. I sindacati chiedono interventi immediati e strutturali per scongiurare l'inasprimento fiscale locale e costruire insieme un sistema di welfare regionale organico, quindi risorse certe per assicurare continuità alla erogazione dei servizi socio-assistenziali.