ROMA Oggi a Milano le tute blu della Fiom Cgil del Centronord parteciperanno alla prima delle due giornate di sciopero generale dei metalmeccanici. La seconda è prevista per il 21 a Napoli. Oggi il corteo sarà aperto insieme da Susanna Camusso e Maurizio Landini. Si scaldano dunque i motori per lo sciopero generale del 5 dicembre e la Cgil sta facendo girare la sua macchina organizzativa per l’astensione dal lavoro del settore pubblico e privato contro il jobs act, per i diritti e i contratti. Ma ieri la Cisl con la neo segretaria Furlan ha preso nuovamente le distanze dallo sciopero, e così ha fatto la Uil. «Non mi sembra un modo per unire il mondo del lavoro - ha detto Furlan - Lo sciopero è l’ultimo strumento per ottenere risultati». La Cisl si aspetta dunque qualche risultato dall’incontro del 17 con il ministro della Pubblica amministrazione Madia, anche se le questioni poste dalla Cgil riguardano tutta la politica economica del governo. La Cisl critica la confederazione della Camusso perché «quando si vogliono fare cose unitariamente, gli appelli non si lanciano perché gli altri aderiscano ma per costruire le scelte insieme». Lo sciopero è dunque «un passo indietro» nel dialogo, in particolare nel settore del pubblico impiego, all’indomani della manifestazione unitaria dell’ 8 novembre. Per il futuro segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, la Cgil avrebbe dovuto attendere l’incontro del 17 con il ministro e, dunque, lo sciopero è stato proclamato prima del tempo. Camusso replica al segretario della Cisl con una sfida: «Ognuno si assume la responsabilità di decidere se contrastare provvedimenti che non vanno bene o se ci si limita a subirli». La scelta fatta dalla Cgil, aggiunge, è «per respingere il tentativo di dividere sistematicamente il mondo del lavoro» mentre la «vera debolezza è che di fronte a scelte che manterrebbero il Paese in una condizione di stagnazione, recessione e che attaccano direttamente i diritti del lavoro non si reagisca». Camusso chiede «un diverso rapporto col governo» e replica ancora a quanti nel Pd avevano attaccato la scelta di scioperare venerdì 5 dicembre: «Ci sarebbe bisogno di un bagno di realtà da parte dei tanti che parlano e pensano a un mondo nel quale il lavoro sarebbe tutto strutturato tra il lunedì e il venerdì e la gente è entusiasta di preparare le valigie e andarsene».