ROMA La riforma del canone Rai è pronta per andare in onda. Con l’approvazione di Matteo Renzi. Si pagherà con la bolletta della luce con l’obiettivo dichiarato di garantire all’azienda di viale Mazzini un gettito di 1 miliardo e 800 milioni di euro l’anno. Più o meno quanti la Rai ne incassa ora ma chiedendo agli italiani un importo inferiore agli attuali 113,50 euro, cifra uguale quasi per tutti. Continueranno ad esserci le fasce di esenzione e i bonus per i meno abbienti, anche se a farne richiesta finora è stato solo il 30% delle famiglie disagiate Tutti gli altri pagheranno dai 35 ai 75/80 euro - in media, come aveva già anticipato il Messaggero, circa 60 euro - visto che la cifra varierà in base agli indicatori Isee.
Prima di partire rispettivamente per Sidney e per Washington, Renzi e il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli si sono incontrati per una valutazione finale. Il capo del governo ha quindi dato via libera all’opzione numero uno: l’inserimento del canone nella bolletta elettrica, un meccanismo di cui si parlava da tempo che comporta però non poche complicazioni.
TUTTI ABBONATI
La platea degli utenti si allargherà. Per non pagare la tassa bisognerà - sul modello della Bbc - dimostrare di non possedere una tv o anche qualsiasi dispositivo (device) con cui sintonizzarsi sui programmi del servizio pubblico: tablet, ipad, smartphone, pc. In passato la Rai aveva bussato alla porta dei possessori dei computer utilizzati come televisori (digital signage) per riscuotere il canone speciale. Tentativo respinto al mittente con una generale e indignata levata di scudi.
Giacomelli da mercoledì scorso è in missione a Washington in qualità di presidente di turno del Consiglio Ue per le Tlc. Prima di imbarcarsi per gli Usa il sottosegretario ha trasmesso la sua proposta emendativa inoltrandola ministro dell’Economia per la relazione tecnica. É la prassi. Dopo l’esame sarà il governo a decidere lo strumento legislativo, se presentare un emendamento alla legge di Stabilità o varare un decreto ad hoc. Lo stato di incertezza in cui versano le casse Rai non consente pause di riflessione. Giacomelli, che lavora anche alla riforma della governance, da tempo ha messo al lavoro un gruppo di tecnici. L’evasione, stimata in oltre 450 milioni di euro, è un vizio italico, ultradecennale Un ulteriore rinvio, si lascia intendere al ministero dello Sviluppo, (ma soprattutto in Rai) sarebbe deleterio. Giacomelli confida di portare a casa lil nuovo canone entro l’anno. Quando nell’aprile scorso si ipotizzò la possibilità del canone in bolletta il sottosegretario della presidenza del Consiglio Delrio ammise che si andava in quella direzione. Contro si schierò il presidente dell’Autorità per l’energia Guido Bortoni, che parlò di «uso improprio» e sollevò il problema della privacy. Insomma il via libera c’è stato ma la strada è lastricata di ostacoli (e di possibili ricorsi). Chi pagherà l’agio per l’esazione? I consumatori? Lo Stato? Le società energetiche? Renzi è avvisato.
Un italiano su quattro evade: il danno arriva a 450 milioni
ROMA C'è una famiglia italiana su quattro che quando trova nella busta delle lettere il sollecito Rai per il pagamento del canone fa finta di nulla e cestina. I dati del ministero dello Sviluppo e della Corte dei Conti convergono: le potenziali utenze televisive che non pagano, in Italia, sono pari a 6 milioni. Vale a dire il 26,51% delle famiglie. Si tratta di una media molto elevata se paragonata con quella europea che si ferma intorno all’8%. Il danno per le casse della Tv di Stato è di circa 450 milioni di euro ed è stabile da 5 anni. L’evasione è` differenziata nel territorio: nel nord Italia viene stimata in 2.539.042 utenze (23,13%), nel centro 834.593 (19,42%), nel sud 1.665.558 (33,83%) e nelle Isole 988.206 (38,95%). C’è poi l’evasione del cosiddetto “canone speciale” quello che gli esercizi commerciali come ad esempio bar, ristoranti e alberghi devono versare alla Rai. Il mercato potenziale complessivo di riferimento è di circa 1.350.000 esercizi. Al momento la Rai ricava circa 70 milioni da questo filone e potrebbe ottenere, secondo alcune stime, quasi il triplo. «La valutazione dell’Azienda – scrive infatti la Corte dei Conti nell'ultima indagine conoscitiva – è che l’evasione dal pagamento dei canoni speciali sia valutabile nella misura del 65-70% degli esercizi, corrispondenti circa a 100 milioni di euro all’anno».
IL CASO CAMPANIA
Quali sono le ragioni per le quali non si paga? Un’analisi commissionata dall’Associazione contribuenti individua la prima causa di mancato versamento nel fatto che il canone sarebbe percepito da molte famiglie più come un abbonamento (e in quanto tale facoltativo) che come un tributo (obbligatorio). A questo si aggiungerebbero diffuse contestazioni sulla qualità dei programmi e sulla fornitura di un servizio non esplicitamente richiesto. Tuttavia, rifiutarsi di pagare è un atto illecito. Come ha chiarito in più di una circostanza l’Agenzia delle Entrate. «Il canone Rai - spiegò circa un anno fa alla stampa l’ex numero uno del fisco italiano Attilio Befera - è un tributo legato al possesso dell'apparecchio televisivo. Pertanto chi lo possiede e non versa il canone evade il pagamento di un tributo». Parole che non incutono alcun timore. In Campania, la regione con il più alto tasso di fuga dal canone, il 56,8% delle famiglie non paga e in alcune province del casertano il tasso di evasione raggiunge e in taluni casi supera netta il 90%.