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Pescara, 24/11/2024
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Data: 14/11/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Di Primio rivela: «Io non andrò mai con Forza Italia». Sindaco all’attacco: «A Febbo dico che sono già candidato» E nel centrosinistra la rottura con Rifondazione è sanabile

CHIETI Prove tecniche di pugilato. Umberto Di Primio carica il destro e sferra una bordata al leader teatino del partito di Berlusconi: «E’ impossibile che io vada con Forza Italia. Non ho bisogno di lasciare l’Ncd per evitare le primarie. Io sono già candidato». Mauro Febbo, da buon medio, schiva il colpo del peso massimo e si prepara a rifilargli un gancio, rigorosamante destro. Il ring sarà il tavolo regionale del centrodestra fissato per questa sera. Arbitro: Nazario Pagano, all’angolo dello sfidante Febbo ci sarà l’allenatore, Fabrizio Di Stefano. Scherzi a parte, la riunione di stasera definirà il quadro del centrodestra. Se prevale la linea Febbo-Di Stefano ci saranno primarie e spaccatura, come è accaduto a Pescara. Se no, tutti insieme appassionatamente con Di Primio in testa, come se nulla fosse accaduto. Ma né Febbo né Di Stefano ci stanno a chinare la testa di fronte al sindaco uscente che sfoggia sicumera e sotto sotto sogna la spaccarura della coppia di ex An, che (solo) se unita capta voti a iosa. Ciò che è escluso è una sfida Febbo-Di Primio. Sarebbero stare primarie interessanti. Ma non ha tempo, sull’altro fronte, il centrosinistra a badare a queste cose perché deve pensare a suturarsi la grossa ferita sanguinante che due sere fa si è aperta nella coalizione. O nell’ex coalizione rimasta orfana di quattro pedine, più o meno determinanti: Rifondazione, Sel, Idv e la civica scalina di Roberto Di Monte. Che hanno deciso di correre su un’altra corsia per raccogliere anche quegli elettori del Pd se questi non fosse di destra. Cioè senza ex cucculliani come Marco Marino ed ex sostenitori di Di Primio, primi fra tutti Gianni Di Labio e la pattuglia legata a Domenico Di Fabrizio. Ma i quattro che prendono le distanze fanno sul serio oppure no? All’apparenza sembra una scelta con biglietto di sola andata tant’è che per domani pomeriggio, nell’ex Pierantoni, si terrà la prima riunione del “polo di sinistra e ambientalista”, nome provvisorio del gruppo che ha eletto a portavoce Enrico Raimondi. Che subito si schermisce e dice: non sarò io il candidato sindaco. Ma è proprio Raimondi che apre uno spiraglio al Pd, alla vigilia della direzione cittadina prevista per stasera: possiamo sempre ripensarci se loro cambiano rotta e nomi. C’è anche chi ipotizza l’azzeramento delle primarie. «Impossibile», interviene D’Alfonso, «perché, da sole, ci danno già il 51 per cento. Uno dei tre candidati sarà il sindaco di Chieti. Ed è facile capire chi sia». Parola di big Luciano.

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