ROMA Il governo accelera sulla «local tax», la tassa sulla casa che sostituirà la Tasi e l’Imu. La nuova versione, la terza in quattro anni, del balzello comunale sugli immobili, sarà introdotta con un emendamento al Senato alla legge della Stabilità. Ieri a Palazzo Chigi, il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio, insieme al sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, hanno incontrato i sindaci per fare il punto sulla manovra. Durante l’incontro sarebbe stato delineato l’impianto della nuova imposta. L’aliquota di base della local tax sulle prime case dovrebbe essere del 2,5 per mille con un tetto massimo fissato al 5 per mille. L’asticella superiore sarà dunque più bassa di quella della Tasi. Dal prossimo gennaio, infatti, sarebbe venuto meno il tetto del 2,5 per mille (più uno 0,8 per mille per i Comuni che stabiliscono detrazioni), dando la possibilità ai sindaci di alzare il prelievo fino al 6 per mille. Sulle prime case, inoltre, sarà introdotta anche una detrazione fissa nazionale che, al momento, sarebbe stata indicata in 100 euro. La base di partenza della local tax, insomma, dovrebbe essere meno onerosa sulle prime case rispetto alla Tasi. Molto, ovviamente, dipenderà poi dalle scelte dei sindaci e fin a dove verrà spinta l’aliquota.
IL MECCANISMO
Quello che ancora potrebbe invece peggiorare, è il prelievo sulle seconde case. Oggi il tetto massimo dell’aliquota Imu+Tasi per gli immobili diversi dall’abitazione principale, è fissato all’11,4 per mille. Secondo quanto si apprende da chi ha partecipato all’incontro di ieri a Palazzo Chigi, il nuovo tetto potrebbe salire fino al 12 per mille, in pratica l’1,2 per cento, una vera patrimonialina sugli altri immobili. Nella nuova tassa, a differenza di quanto ipotizzato nelle scorse settimane, non saranno inclusi altri balzelli comunali, come la tassa sulle insegne pubblicitarie e l’occupazione di suolo pubblico. Fuori dalla partita anche la Tares, la tassa sui rifiuti. I sindaci, invece, dovranno rinunciare ai 5 miliardi annui di gettito dell’addizionale comunale. L’Irpef tornerà tutta allo Stato. In cambio i municipi riceveranno i 4,5 miliardi di euro circa, del gettito dell’Imu della categoria D, quella sui capannoni industriali, attualmente incassata dall’Erario. Per evitare sperequazioni tra Comuni con elevata attività industriale e città dove invece la presenza di capannoni è minore, si sarebbe deciso di far confluire tutti il gettito in un unico fondo da ripartire poi tra i municipi in base al gettito dell’addizionale Irpef incassato l’anno precedente.
LE REAZIONI
Questo tuttavia, tenderebbe a favorire quei Comuni dove l’aliquota dell’addizionale è più elevata, sfavorendo invece i sindaci più virtuosi. Dopo l’incontro di ieri, tra i primi cittadini, è trapelato un moderato ottimismo. Piero Fassino, presidente dell’Anci, ha parlato di «risultati sostenibili». Risultati che si traducono sostanzialmente in pochi punti: la conferma per il 2015 degli oneri di urbanizzazione nella spesa corrente, la possibilità di rinegoziare i mutui con Cdp, l'impegno dello Stato a farsi carico degli interessi per i mutui contratti sui nuovi investimenti, l'azzeramento dei vincoli ordinamentali ai Comuni («riconoscendo così la loro piena autonomia») e il nullaosta sul Fondo sui residui attivi di difficile esigibilità, con annesso regime di gradualità. In casa Anci sull’esito dell’accordo convivono tuttavia pareri differenti: se per il delegato al fisco locale, Guido Castelli, «con questa legge di stabilità il 2015 per i comuni sarà un anno terrificante», per il vicepresidente vicario, Paolo Perrone, «oggi i sindaci hanno segnato il gol della bandiera, dopo il tre a zero messo a segno dal governo».
Ieri intanto, l’ufficio di presidenza della Camera, ha deciso la calendarizzazione in aula della legge di Stabilità per il 27 novembre. Una data molto in avanti rispetto agli anni scorsi e che, secondo molti, porterà il governo a dover affrontare un tour de force a fine anno, con votazioni anche nella settimana tra Natale e Capodanno per portare a casa in tempo il provvedimento.