Per i giudici è obbligata a pagare la tassa per l’occupazione di suolo pubblico
TERAMO Anche le società autostradali devono pagare la Cosap (il canone di occupazione del suolo pubblico), perché i viadotti autostradali ricadono sulle strade pubbliche. Lo ha stabilito la Corte d'appello dell'Aquila, la cui sentenza – che conferma quella emessa dal tribunale di Teramo in primo grado – rappresenta il primo caso in Italia in cui una società autostradale – in questo caso la Strada dei parchi, che gestisce le autostrade A24 e A25 – viene condannata al pagamento del canone. Ammonta a 3 milioni e 200.000 euro la somma che la società dovrà versare alla Provincia di Teramo e il presidente Renzo di Sabatino lancia una propsta per un accordo: «Possiamo trattare se abbasseranno i pedaggi». La Corte d'appello aquilana ha rigettato il ricorso presentato da Strada dei Parchi spa dopo il pronunciamento del tribunale di Teramo, ed è la prima sentenza pronunciata da una Corte d'appello in merito alla questione della assoggettabilità alla Cosap delle società private che gestiscono concessioni autostradali e che, con i loro viadotti, occupano lo spazio sovrastante le strade provinciali o comunali. In pratica i giudici, così come accaduto nel primo grado di giudizio, hanno stabilito la non applicabilità dell'esenzione dal canone, già prevista per le occupazioni effettuate dallo Stato, alle società concessionarie delle reti autostradali, in quanto si tratta di soggetti privati che percepiscono gli introiti derivanti dai pedaggi. Tale giudizio è stato motivato dal fatto che l'occupazione da parte della Strada dei Parchi spa è stata ritenuta abusiva, in quanto la società non avrebbe mai chiesto alla Provincia il rilascio della concessione per l'occupazione degli spazi sovrastanti le strade provinciali, "occupati" dai viadotti autostradali. Insomma, una sentenza destinata a fare giurisprudenza, dato che esistono numerose cause pendenti in appello promosse anche dalla società Autostrade per l'Italia. L'importo di 3.200.000 euro che ora le società dovranno erogare a favore della Provincia, è quello richiesto dall'ente a partire dal 2007 (200.000 euro all'anno), comprensivo delle sanzioni: una parte di tali canoni, finora, è stata versata solo dalla Società Autostrade spa (e anche in qusto caso è pendente un procedimento avviato dalla Provincia di Teramo per il viadotto Salinello), ma non dalla Strade dei Parchi, che aveva presentato il ricorso rigettato dalla Corte d'appello. «Come non essere soddisfatti per una sentenza che ristabilisce un principio di equità», dichiara il presidente Di Sabatino, il quale formula già un'ipotesi sulla modalità di pagamento dei canoni arretrati. «Possiamo sederci con le società autostradali e trattare sul dovuto, se queste rivedono i canoni dei pedaggi autostradali, considerando che quelli praticati dalla Strada dei Parchi sulla A24 sono fra i più cari d’Italia». Anche nel primo grado di giudizio, già vinto dalla Provincia (assistita dall'avvocato dell’ente Antonio Zecchino), i giudici del tribunale di Teramo avevano sancito che le società autostradali, pur risultando concessionarie della gestione delle autostrade, non avevano diritto all'esenzione prevista «per le occupazioni effettuate dallo Stato», in quanto società private «che hanno quale proprio interesse il conseguimento di un corrispettivo, al quale corrispondono il rischio di impresa e i relativi costi di gestione».