ROMA La local tax, la tassa sulla casa che sostituirà Tasi e Imu è pronta. Ma sull'esordio previsto per il 2015 spunta il caso dell'addizionale Irpef comunale. Nel pacchetto di riforma messo a punto e presentato ai sindaci due giorni fa in un vertice a Palazzo Chigi il governo ha spiegato che è prevista la scomparsa dell'addizionale mentre i comuni saranno risarciti incassando i 4,5 miliardi di euro del gettito Imu della categoria D: quella relativa ai capannoni industriali, attualmente incassata dall'erario. Un'operazione ad invarianza di gettito voluta dal premier Matteo Renzi e condivisa da una buona parte dei municipi. Nei piani, il gettito dell'addizionale sarà recuperato aumentando il prelievo, in maniera progressiva, sulla curva dell'Irpef nazionale. Di quanto? Secondo i calcoli della ragioneria dello Stato ci sarà un aumento medio dello 0,28% calcolato sulla base imponibile. Insomma più tasse a livello centrale a compensazione del prelievo che sfuma a livello locale. Ma di fronte allo schema messo a punto dal ministero del Tesoro, il governo ha incontrato l'opposizione dei comuni più virtuosi. A cominciare da quei 3 mila che, confortati da bilanci in salute, non applicano alcuna addizionale Irpef ai propri amministrati. Il problema è stato sollevato in particolare dal sindaco di Firenze Dario Nardella che ha spiegato al sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio e al sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Baretta, che nel capoluogo toscano (dove l'addizionale Irpef è limitata allo 0,2%) i fiorentini subiranno un aggravio complessivo di 15 milioni di euro. Vale a dire la differenza tra quanto versato oggi a livello locale e quanto previsto domani su base nazionale. «In pratica - riassume un dirigente dell'Anci - milioni di cittadini residenti in città ben amministrate pagheranno di più per coprire la cattiva gestione di altre aree del Paese». Una circostanza che fa storcere il naso a migliaia di sindaci. I quali puntano l'indice in particolare su Roma (addizionale Irpef allo 0,9%) che si prepara ad incassare un forte sconto fiscale.
SALASSO SU SECONDE CASE
La protesta (non isolata considerato che ieri il presidente delle regioni Sergio Chiamparino ha definito «insostenibile» la legge di Stabilità) difficilmente cambierà la struttura della riforma. Però è un fatto che il governo (che deve anche fronteggiare le 100 richieste di modifica alla legge di Stabilità avanzate dai ministeri) ha preso tempo per studiare la situazione. Il che, sussurrano fonti vicine al negoziato esecutivo-enti locali, non esclude la possibilità di una modifica all’impianto della riforma. Che per il resto appare blindata. L'aliquota di base della local tax sulle prime case sarà del 2,5 per mille con un tetto massimo fissato al 5. Il limite sarà dunque più bassa rispetto a quello della Tasi. Dal prossimo gennaio, infatti, sarebbe venuto meno il tetto del 2,5 per mille (più uno 0,8 per mille per i Comuni che stabiliscono detrazioni), offrendo la possibilità ai sindaci di alzare il prelievo fino al 6 per mille. Sulle prime case, inoltre, sarà introdotta anche una detrazione fissa nazionale che dovrebbe aggirarsi intorno a 100 euro. Sulle seconde case, invece, il nuovo tetto potrebbe salire dall’11,6 per mille (l’aggregato Imu-Tasi) fino al 12 per mille. L’imposta sulla pubblicità, la tassa sull’occupazione di spazi e aree pubbliche. E l’imposta di soggiorno saranno trasformate in canoni. Cancellata la tassa di scopo.