Il buco dell’Atac sarà tappato, almeno per il momento, con le tasse locali pagate dai romani. Non si tratta di ulteriori aumenti delle aliquote in corso d’opera, sia chiaro, ma dell’utilizzo dei maggiori incassi già ottenuti da Palazzo Senatorio grazie alla nuova Tasi e a quel che resta della vecchia Imu, che hanno garantito un gettito extra, rispetto alle cifre contenute nel bilancio di previsione, di circa 86 milioni euro per il 2014. Ieri la giunta capitolina ha chiuso i conti della manovra di assestamento, che dovrà essere approvata dal consiglio comunale entro il 30 novembre. La parte del leone si trova al capitolo “oneri straordinari”, dove il dipartimento mobilità e trasporti assorbe oltre 50 milioni, necessari a coprire parte dei costi del lodo con Roma Tpl, ma anche a rimborsare costi sostenuti dall’azienda di via Prenestina per il servizio offerto nel 2013. A queste somme, inoltre, vanno aggiunti altri 16 milioni e spiccioli stanziati nel capitoli “maggiori spese”, per il rifinanziamento del trasporto pubblico locale. Il Campidoglio risolve così l’emergenza legata al rischio di un fallimento dell’Atac, con una manovra di fine anno molto più impegnativa e corposa di quanto si poteva immaginare fino a qualche mese fa.
I CONVOGLI
Nell’assestamento di bilancio il Campidoglio ha messo in atto anche altre iniziative per ricapitalizzare l’azienda del trasporto pubblico: come il trasferimento nel patrimonio Atac di 18 convogli Caf (quelli utilizzati di recente sulle linee metropolitane), per un valore di 150 milioni di euro. «Il processo di ricapitalizzazione dovrà completarsi entro e non oltre il primo semestre 2015», sottolinea l’assessore alla mobilità Guido Improta. Ma il sostegno del Comune non è incondizionato, e continuerà «soltanto in presenza di segnali di recupero della normalità e di disponibilità da parte dell’azienda e delle organizzazioni sindacali a proseguire questo processo virtuoso», spiega Improta.
IL PERSONALE
L’assessore punta il dito sui progressi ottenuti in questi ultimi mesi: «Il primo e più importante segnale dato da Atac in questo senso riguarda la ristrutturazione retributiva prevista dall’accordo con i sindacati del 27 giugno scorso per il personale della quarta area (verificatori, ausiliari del traffico e della sosta) e dell’area amministrativa», ricorda Improta. Un’intesa grazie alla quale, secondo i dati dell’amministrazione capitolina, «nel mese di ottobre si è registrato un calo delle giornate di assenza che va, rispettivamente, dal 5,3 al 15,7 per cento, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente». In particolare le assenze per malattia sono diminuite calate rispettivamente del 28,3 (personale della quarta area) e 23,5 per cento (area amministrativa). «Questi dati portano alla necessità di estendere il nuovo modello retributivo, legato all’effettiva presenza, anche alle altre aree operative, nell’ottica di proseguire nel processo di risanamento e rilancio dell’azienda», chiosa Improta.