CHIETI La mannaia governativa che rischia di abbattersi sui patronati, se confermata, potrebbe voler dire la fine di questo tipo di strutture che garantiscono gratuitamente ai cittadini servizi di assistenza e previdenza. I patronati scendono perciò in piazza per raccogliere firme contro il taglio di 150 milioni di euro della Legge di stabilità. In provincia di Chieti banchetti dove poter firmare sono spuntati ieri a Chieti, Lanciano e Vasto. A livello nazionale sino a ieri la petizione ha superato le 500 mila firme. A portarla avanti sono i quattro patronati di Acli, Cgil, Cisl e Uil, raccolti nell’unica sigla del Cepa. «Questo taglio per noi significa la chiusura», dice Stefania Rossetti, direttore provinciale del Patronato Acli, «essendo a rischio la stessa gratuità del servizio, assicurata per legge». «Senza contare», continua Elena Zenola, direttore provinciale Inca Cgil, «che, proprio a causa della spending review, gli istituti previdenziali smistano da noi utenti per la risoluzione delle problematiche più disparate, cosicché siamo diventati una sorta di front office dell’Inps». «In provincia nel 2013 il Cepa», ha aggiunto Settimio Castagna, direttore provinciale Inas Cisl, «ha seguito 423 mila pratiche, senza contare le semplici richieste di informazione». «Abbiamo portato le nostre sollecitazione anche al prefetto», ha detto infine Fabio Colangelo, direttore provinciale Ital Uil, «che ha recepito le nostre richieste».