Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.940



Data: 16/11/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Jobs act, Poletti conferma: l’approvazione entro l’anno. Boschi: «Le riforme fatte con Forza Italia utili al Paese»

ROMA Il patto del Nazareno? Serve solo a Berlusconi ma se «è così allarghiamolo a tutte le imprese». Pier Luigi Bersani ironizza sul patto del Nazareno del quale dice che «non c’è nessun bisogno perché le riforme vanno fatte con tutti e anzi rischia di trasformarsi in un trasversalismo paludoso che lascia ai margini chi urla». «Forse nessuno si è accorto che l’altro giorno dopo l’incontro Renzi-Berlusconi la borsa ha perso il 2,9 e Mediaset ha guadagnato il 6%, allarghiamolo a tutti» dice parlando al convegno dell’area riformista. A Bersani replica Maria Elena Boschi. Il patto del Nazareno è utile al Paese, dice il ministro delle Riforme, perchè porteremo a casa la riforma costituzionale e quella elettorale. Quanto al dialogo con le altre forze politiche Boschi assicura che il governo è pronto al dialogo con tutti. L’assemblea della sinistra «di governo» cade il giorno dopo lo sciopero «sociale» che ha portato in piazza Fiom, Cgil e movimenti contro il jobs act e contro il governo. Registrando l’attacco di Maurizio Landini a governo e sinistra Pd, accusata per la mediazione messa a punto sul jobs act di «una presa in giro» dei lavoratori per garantirsi le poltrone. Parole destinate a pesare nei rapporti tra sindacato e democratici. «Da Landini offese fuori luogo», dice la renziana vicesegretaria del Pd, Debora Serracchani. «Offese che si poteva risparmiare» gli fa eco l’ex segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, seguito a ruota dal capogruppo a Montecitorio Roberto Speranza. «È un’offesa del tutto fuori luogo, è il Parlamento che decide le leggi del Paese» spiega, aggiungendo che i toni «troppo duri dei sindacati non aiutano neanche le battaglie giuste». In “bersanese” puro l’intervento dell’ex segretario Pd. L’errore, «è stato rimettere in mezzo l’articolo 18, purtroppo rimettere il dentifricio dentro nel tubetto è difficile», dice, accusando il governo Renzi di «non ricevere i sindacati ma gli imprenditori e i presidenti degli ordini». A Bersani poi non è piace il feeling del premier con Marchionne. «Mi piacerebbe che la sinistra di governo non perdesse la capacità di indignarsi, la più grande azienda italiana va via, mette la sede fiscale in Gran Bretagna, scorpora la Ferrari indebolendo l’assetto industriale e nessuno dice niente: niente applausi, almeno caviamoci la soddisfazione di dire che non siamo d’accordo». Mentre a sinistra continua il dibattito intanto il ministro del Lavoro Poletti conferma che il governo intende arrivare entro fine anno all’approvazione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. «Il contratto è il primo obiettivo che vogliamo portare in porto per fare in modo che a gennaio le imprese e i lavoratori possano utilizzare le scelte che abbiamo fatto nella legge di stabilità di riduzione del costo, in modo che la percentuale di contratti di lavoro a tempo indeterminato cresca in maniera importante» dice Poletti. Il ministro, che nel pomeriggio è stato contestato a Imola da alcuni lavoratori di cooperative in difficoltà, rivendica le scelte del governo in tema di lavoro e di contratti. «Siamo convinti che le cose che sono dentro la legge di stabilità e la legge delega sono scelte che tendono a rendere più stabile il lavoro», a ridurre la precarietà e aiutano «le imprese ad avere più certezze che è la condizione perché facciano gli investimenti».Tra le ipotesi allo studio del governo per i decreti attuativi sul jobs act anche incentivi esentasse per i lavoratori licenziati che non faranno causa al datore di lavoro, accettando di accordarsi con il datore di lavoro senza ricorrere al giudice

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it