L’AQUILA Lo sforzo della Regione c'è: ai 5 milioni di euro erogati l'estate scorsa e ai 3,2 milioni di euro stanziati due settimane fa, infatti, la giunta D'Alfonso si appresta ad aggiungere altri 3 milioni di euro racimolati dalle economie dei Fas 2000-2006. Ma le esigenze del sistema viario abruzzese sono tali da far sembrare il piatto sempre troppo misero, soprattutto in vista dei pesanti tagli fatti alle Province, che sono poi gli enti competenti a tenere in ordine le strade.
Non si tratta, in questo caso, infatti, di garantire opere infrastrutturali più o meno strategiche, di nuovi ponti e grandi collegamenti, ma di ordinaria manutenzione: quella cioè che dovrebbe rendere fruibile l'esistente e che ora e in previsione rischia di rendere impraticabili i collegamenti, specie nell'Abruzzo interno. Buche, avvallamenti, smottamenti, usura dell'asfalto e agenti atmosferici, hanno trasformato la regione in un percorso ad ostacoli, che, spesso, i turisti evitano. Un'emergenza, insomma, soprattutto in vista dell'apertura della stagione invernale che, si spera, richiamerà sulle montagne abruzzesi migliaia di sciatori e non.
MALUMORI
Anche per questo i soldi promessi dalla Regione saranno erogati entro il mese, almeno quei 3,2 milioni di euro che due settimane fa sono stati divisi a tavolino con i quattro presidenti delle Province, provocando più di un malumore. La scelta di dividere equamente la somma (800 mila euro a Provincia) ha lasciato scontenti soprattutto gli aquilani: «Abbiamo il sistema viario più esteso della Regione e quello più esposto alle intemperie, perché tutto sviluppato sulla montagna -lamenta la vice presidente della Provincia dell'Aquila, Antonella Di Nino- Ci vorrebbero 3 milioni per ogni provincia per garantire una manutenzione decente».
Meglio non va nel Chietino, dove la tenuta delle strade provinciali è ormai al collasso, o nel Teramano dove il dissesto idrogeologico contribuisce non poco alla pericolosità delle strade di maggior percorrenza.
D’ALFONSO
D'Alfonso, che aveva annunciato la ripartizione dei fondi «secondo criteri che terranno conto dell'ampiezza della rete e anche dell'uso», promette che la prossima tranche, quella da 3 milioni, sarà divisa in altro modo: «Terremo conto della lunghezza, del traffico e anche delle statistiche degli incidenti -spiega il presidente della Regione- stiamo facendo sforzi notevoli perché siamo consapevoli delle difficoltà delle Province e del fatto che una regione che non ha un sistema viario praticabile non è una regione». E se finora i problemi si sono accumulati fino a diventare emergenze, per il futuro le strade rischiano di finire in «un vicolo cieco». «Dal prossimo anno, cioè da gennaio 2015 -lancia l'allarme la Di Nino- , ci sarà vietato assumere i lavoratori stagionali che garantiscono il taglio dell'erba e la rimozione della neve. Ciò vuol dire che se ci sarà una nevicata a marzo (per gli stagionali invernali il contratto arriverà fino a febbraio) o, meno probabilisticamente, quando a maggio si dovrà tagliare la vegetazione che cresce lungo i cigli delle arterie provinciali, non avremo risorse per farlo».