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Data: 17/11/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Swg: gli italiani delusi bocciano la loro intera classe dirigente

ROMA Cosa racconta agli italiani la valanga dei ricorsi contro i tagli ai privilegi? «E’ la dimostrazione che in Italia abbiamo un problema di classe dirigente», risponde Enzo Risso(nella foto) che da anni studia la società italiana attraverso i sondaggi SWG. Nel carotaggio di ottobre effettuato dall’istituto triestino è emerso un dato molto interessante: c’è una frattura netta fra gli italiani e le loro élites, fra la società e la classe dirigente nella sua interezza. Non c’è solo insomma lo scontato tiro ai politici. «Non c’è dubbio - spiega Risso - Gli italiani concedono la sufficienza solo ai medici. Tutti gli altri vengono bocciati: dai professori universitari, agli intellettuali, ai vescovi visto che il Papa raccoglie molti consensi per sé ma non ancora per la Chiesa, ai magistrati, ai giornalisti, alle professioni più classiche come avvocati e commercialisti. Gli italiani rimproverano chi sta sopra di loro di non saper progettare il futuro».
Una vera e propria Waterloo per tutti coloro che in Italia rivestono un qualche grado di comando. Anche se la campana del sondaggio SWG suona in tutta la sua sordità per alcun nicchie della classe dirigente come i dirigenti sindacali che (anche sull’onda di alcuni scandali che recentemente hanno colpito ben due segretari nazionali di altrettante organizzazioni) beccano un sonoro 4 e mezzo. Al di sotto ci sono solo i politici (attenzione: sindaci compresi) e i banchieri.
In questo quadro appare inevitabile che i ricorsi a valanga prima dei superpagati dipendenti del Parlamento e ora degli ex consiglieri regionali seduti sulle loro iperboliche pensioni confermino il pessimismo degli italiani secondo i quali chi comanda non lavora al futuro della società ma, parafrasando la parodìa del senatore Razzi inventata dal comico Crozza, appare concentrata sul tornaconto personale.
LO SCONTRO ONESTI-FURBI
E che quello della classe dirigente sia il nodo di fondo da sciogliere lo dimostra anche un altro dato. La domanda su quale sia la contraddizione più importante oggi in Italia consente agli italiani di piazzare al primo posto la ”frattura” fra onesti e furbi. Una contrapposizione che ha superato persino quella più classica sugli interessi materiali che da sempre contrappone poveri e ricchi. Questo polo di conflitto è affiancato dai contrasti fra italiani e immigrati ed è seguito a brevissima distanza dalla contrapposizione tasse versus libertà. Seguono le fratture fra meritocrazia/uguaglianza; insicurezza/sicurezza e poter consumare/non poter consumare.
«Quello che emerge è che la Grande Crisi ha cambiato profondamente la società italiana mentre la classe dirigente nella sua generalità non se n’è accorta - puntualizza Risso - E infatti la mancanza di un gruppo dirigente coeso in grado di cambiare a fondo il Paese è un problema molto grosso anche per Renzi».
Secondo Risso comunque gli italiani hanno cominciato a credere che per uscire dalla crisi servano valori collettivi. «Nel 2002 facemmo un analogo sondaggio ed emerse che i principali valori degli italiani erano: Famiglia, Amore e Amicizia. valori individualisti da Mulino Bianco. Ora, invece, i valori più importanti sono collettivi: Onestà; Famiglia; Rispetto». In effetti alla domanda “Come dovrebbe essere una società ideale?”, la risposta più gettonata è: «rispettosa», mentre «equa» è solo al terzo posto. Come sintetizzare dunque l’umore di fondo degli italiani? E’ sufficiente usare la parola sfiducia? «C’è un’attesa di fondo da non sottovalutare - chiosa Risso - Io titolerei così: il paese della Nutella è a caccia di onestà».

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