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Pescara, 24/11/2024
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Data: 17/11/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Verso lo sciopero generale - Renzi: il governo non cade per la piazza. Il premier a Sidney mentre un sondaggio segnala un forte calo di popolarità (-10): il Pd perde 5 punti, vola il Carroccio

ROMA «È finito il tempo in Italia in cui bastava una manifestazione per mettere in crisi un governo». Da Sidney, dove ieri ha incontrato la Comunità italiana, Matteo Renzi torna a spingere l’acceleratore su crescita e occupazione e, interrogato sull’ultimo sondaggio Demos-Repubblica che ha evidenziato un brusco calo di consensi per il Pd (che perde 5 punti e scende al 36,3%), per il governo (scivolato al 43%, 13 punti in meno) e per il premier (che dal 62% scende al 52%), commenta con un’alzata di spalle il rischio che la guerra totale contro la Cgil e le sue manifestazioni possa provocare un’emorragia di consensi. «Rispettiamo la piazza, ma anche la stragrande maggioranza degli italiani che non va in piazza e vuole che l’Italia con grande forza torni ad essere ciò che deve essere, cioè leader in Europa e nel mondo e non fanalino di coda dell’economia internazionale come purtroppo alcuni dati hanno dimostrato». Confortato da un G20 che ha lanciato un messaggio chiarissimo all’Europa su crescita e occupazione, il presidente del Consiglio torna a ripetere che se l’Italia vuole andare avanti «deve cambiare» e bacchetta chi tutti i giorni critica il governo e “rema contro”. «La realtà è più forte dei pregiudizi, la verità di quello che noi siano in grado di fare è più forte delle previsioni negative, la realtà convincerà anche i più scettici ad arrendersi» affonda il premier, che dice di non temere le manifestazioni di piazza. Resta il fatto che la ricomparsa all’orizzonte della crisi economica, riportata alla ribalta dalla manifestazione di piazza San Giovanni, ha contribuito a spezzare il consenso nei confronti del presidente del Consiglio. E i dati dell’ultimo sondaggio (effettuato ad ottobre) lo dimostrano. La fiducia nel governo scende al 43% in meno di un mese e cala di 10 punti il gradimento personale di Renzi che comunque con il 52% resta primo nella classifica delle preferenze degli elettori. Al secondo posto c’è il leghista Matteo Salvini (30%), al terzo Maurizio Landini (28%) e al quarto la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni (27%). Per quanto riguarda i partiti, il Pd passa dal 41% al 36,3%, Forza Italia recupera poco più di mezzo punto rispetto al mese scorso (passa dal 15,6% al 16,2% ma resta sotto rispetto alle ultime europee (16,8%). Il Movimento 5 Stelle scende dal 21,2% al 19,8% mentre guadagna consensi la Lega Nord. Il partito guidato da Matteo Salvini infatti era al 6,2% alle europee, il mese scorso era all’8,8% e oggi è arrivato al 10,8%. Un dato che si avvicina all’11% per un partito che oggi rappresenta la vera “destra nazionale” e che continua la sua marcia di avvicinamento verso Forza Italia. A salire è anche Sel che dal 5,7% di ottobre passa al 6,3% mentre Fratelli d’Italia perde qualche decimale ( dal 3,8% al 3,6%) e l’Ncd-Udc recupera più di un punto passando dal 2,6% al 3,8%. I dati del sondaggio realizzato da Demos galvanizzano soprattutto gli esponenti di Forza Italia. «Il centrodestra torna in partita» commenta un euforico Maurizio Gasparri. Chi invece invita il premier a «riflettere» è Pippo Civati: «I sondaggi cominciano a dire che c’è qualcosa che non va, ma si vedeva. Il “palazzo” si è staccato dalla politica. Non a caso» precisa il deputato della minoranza Pd, che era alla manifestazione della Cgil «Salvini cresce senza una proposta ma solo indicando i problemi».

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