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Pescara, 24/11/2024
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Data: 18/11/2014
Testata giornalistica: Ferpress
Allontanare i violenti dai trasporti pubblici

E’ diventato uno stillicidio di notizie negative: le aggressioni ad autisti e personale di servizio sui mezzi pubblici sembrano essere diventate una regola. Prima si tagliavano i sedili o si dipingevano fiancate e finestrini di autobus e treni; adesso, in sovrappiù, si tira una coltellata ad un ferroviere o si aggredisce un autista che chiede il biglietto oppure, come successo a Genova venerdì scorso, a margine di una manifestazione sindacale, si entra nella centrale operativa dell’azienda Tpl e si tagliano tutti i cavi dei PC che gestiscono il network di collegamento con i bus. Negli ultimi quattro giorni almeno cinque episodi hanno avuto l’onore delle cronache.

Non è buono il clima e ci si interroga per capire cosa stia succedendo. Non può essere solo la crisi economica, che certamente allarga l’area dell’evasione di necessità. Non può essere solo un certo tipo di violenza metropolitana e non sarà il continuo martellamento dei media sui trasporti pubblici che non funzionano che spingono un ragazzo su un viadotto a lanciare un sampietrino ad un treno locale ed un altro a prendere a cazzotti un autista o un tassista. Nulla di tutto questo ma di tutto un po’.

“Stiamo dalla parte del nostro autista che ha cercato di far rispettare le regole ed esprimiamo la nostra solidarietà a lui, vittima di un’ignobile aggressione, ma anche a tutti i nostri autisti” dice Giulio Sartor, presidente di MOM-Mobilità di Marca, parlando dell’episodio avvenuto a Treviso e di cui hanno riferito tutti i giornali. “Abbiamo più volte lanciato l’allarme sulla problematicità dell’area nei pressi dell’autostazione cittadina, allarme che riteniamo sia stato finora sottovalutato”.

Lo sforzo di ridare ruolo sociale, autorevolezza e sicurezza a tutti coloro che lavorano per la mobilità dei cittadini non può essere fatto dalle sole aziende e dai sindacati dei lavoratori, ma deve essere di tutte le istituzioni e nel caso di episodi illegali, soprattutto, dalle Forze dell’ordine.

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