Filobus, finti mezzi ibridi, pista ciclabile. Queste le parole chiave che il comitato Utenti strada parco - di concerto con il Wwf, il comitato Oltre il gazebo No filovia e l’associazione Carrozzine determinate - ha usato per presentare un’alternativa a Filò. Quattro i destinatari: l’amministrazione comunale di Pescara, quella di Montesilvano, la Regione Abruzzo e la società Gtm. Un ultimo assalto al progetto incoraggiato dal rischio palificazione dell’intero corso Vittorio dai punti interrogativi che avvolgono secondo e terzo atto dell’opera.
L’obiettivo? «Sostituire il bisonte di cui si è parlato finora - per usare le parole di Claudio Ferrante, presidente Carrozzine determinate - con un mezzo più economico e più ecologico». Quale? Citea, prodotto dalla stessa azienda . Precisa subito Maurizio Biondi, presidente comitato Utenti strada parco: «Dobbiamo chiarire che Phileas, o Filò che dir si voglia, si trova nei locali della Gestione trasporti ma non è stato ancora comprato. Anzi, non è neanche collaudato. Inoltre, la nostra proposta è praticabile anche dal punto di vista normativo». Secondo l’articolo 10 del contratto di fornitura, il committente - in questo caso Gtm - ha il diritto di richiedere alla ditta costruttrice - Apts di Eindhoven - i mezzi più aggiornati senza perdere il finanziamento.
NON SERVONO I PALI
Ecco alcune caratteristiche tecniche: il Phileas proposto per Pescara non è un mezzo di trasporto ibrido come garantito inizialmente, ma bi-modale. In pratica non va a corrente e metano ma necessita di infrastrutture fisse quali pali e fili. Misura circa 18 metri per 3 e ha costi di manutenzione di 6 euro per ogni chilometro. L’alternativa invece, oltre ad essere più piccola e più indicata all’attuale configurazione urbana (12 metri per 2,6), ha costi di gestione tre volte più bassi. «Ma ancora - aggiunge Loredana Di Paola, portavoce comitati e associazioni - dato che la linea veloce è ormai impensabile, anzi sono previste 22 fermate, conviene fare una prova con un mezzo che non ha bisogno di infrastrutture. Così, qualora la sperimentazione non andasse a buon fine, si potrebbe dirottare altrove». Eppure la scelta non è così facile come sembra. A fare chiarezza sarà anche il neonato tavolo tecnico per il Piano della mobilità. «Inoltre - fa notare Ferrante - le nuove banchine di sosta del filobus sono nate sul tracciato per i non vedenti. Ci rendiamo conto o facciamo finta di niente?». Non marginali infine tre richieste parallele: rispettare la vocazione sociale della strada parco, usare il lato mare come pista ciclabile e convertire gli attuali pali in punti luce.
Del Vecchio: «Progetto stravolto serve un ripensamento radicale»
«Confesso: al momento non conosco il mezzo Citea nei minimi dettagli - afferma a carte scoperte il vicesindaco Enzo Del Vecchio - ma non è questo il punto. Il progetto iniziale della linea veloce è stato completamente stravolto, quindi, prima di analizzare le caratteristiche tecniche di un mezzo alternativo a Filò è necessario sedersi tutti insieme, stabilire una direzione, e trovare un compromesso». Ad ogni modo la bilancia sembra pendere a favore di un cambiamento radicale, che escluda la creazione di altre infrastrutture. Ma chi decide? A questa domanda il vicesindaco risponde così: «Sicuramente la Regione è l’organo più indicato, ma non voglio giocare al rimpallo di responsabilità. Anche noi come amministrazione comunale, possiamo convocare un incontro per il territorio di nostra competenza. Lo faremo al più presto». Tra gli invitati, oltre alla Gtm, anche associazioni e comitati.