MILANO La scommessa di Matteo Salvini si chiama Alan Fabbri. E’ il candidato leghista alla presidenza dell’Emilia Romagna, e probabilmente (così dicono i sondaggi) arriverà assai lontano dal vincitore annunciato, Stefano Bonaccini del Pd. Però Fabbri, essendo candidato governatore di tutto il centrodestra, si è visto assegnare il compito dal segretario del Carroccio di fare da traino al partito in una competizione che, malgrado i tentativi di tenerla nascosta, sta facendo saltare gli equilibri nella coalizione.
Il sogno di Salvini è quello di diventare il primo partito del centrodestra in Emilia; il terrore dei berlusconiani è che il sogno dei leghisti si avveri. Su suggerimento del Cavaliere avevano «mollato» il ruolo di aspirante presidente a Fabbri: «Così le colpe di una sconfitta sicura ricadranno su di loro». Non avevano considerato l’ambizione della Lega guidata da Salvini: diventare un punto di riferimento del centrodestra italiano, più di Forza Italia, più di qualsiasi altro.
IL DUELLO
Ovvio che, con questa prospettiva, le elezioni emiliane (si vota domenica) si siano trasformate (anche) in una sfida interna alla coalizione. I padani sono convinti di poterla spuntare; Forza Italia, dopo settimane di ostentata indifferenza per le regionali, prova a correre ai ripari. Lo stesso Cavaliere si sta mobilitando per arginare il protagonismo di Salvini. Il quale passa il proprio tempo nei salotti televisivi della Rai e de La7, ma sulle reti Mediaset non si vede.
Corre voce che Berlusconi abbia dato ordine ai responsabili di Canale 5, Italia 1 e Rete 4 di depennare il nome del segretario della Lega Nord dalla lista dei possibili ospiti dei talk-show. Almeno fino a domenica, giorno del voto. Solo un pettegolezzo? Può darsi. Ma è comunque vero che Salvini - malgrado il suo presenzialismo televisivo - ultimamente si sia visto poco o forse niente sulle reti di Arcore. Lui, interpellato al proposito, sorvola: non vuol polemizzare con gli alleati al culmine della campagna elettorale.
Dato per altamente probabile che il prossimo governatore dell’Emilia Romagna sarà un uomo di centrosinistra, il Carroccio vuole comunque ottenere due risultati che giudica «decisivi». Il primo: fare in modo che Alan Fabbri ottenga più voti di Giulia Giubertoni, candidata dei Cinquestelle selezionata col voto on-line (266 preferenze). Il secondo: essere il primo partito della coalizione. Risultati che parevano irraggiungibili un paio di mesi fa. E che oggi invece vengono giudicati probabili.
Lunedì Bobo Maroni aveva invitato il Cavaliere a farsi da parte: «Prenda atto della situazione che si è venuta a creare, e appoggi Salvini come leader del centrodestra». Era, secondo gli esperti di cose leghiste, un semplice endorsement a favore del segretario in perenne competizione intestina col sindaco di Verona, Flavio Tosi. Invece era una dichiarazione di guerra a Forza Italia, a pochi giorni dalla battaglia di Bologna e dintorni.