ROMA «Tempi rapidi» per la privatizzazione delle Ferrovie. Nel giorno in cui nasce un gruppo di lavoro incaricato di avviare la procedura necessaria per mettere sul mercato pezzi di Fs, Pier Carlo Padoan annuncia che il governo punta a fare in fretta. «L'approdo delle Ferrovie sul mercato - ha spiegato il ministro dell’Economia - è una importante occasione per valorizzare un'azienda che ha dimostrato di essere motore di modernizzazione del paese». Ieri in via XX Settembre si è svolta una riunione alla quale, oltre ai vertici dell’azienda, ha partecipato anche il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, il quale ha chiarito che l’operazione «è un'occasione per accentuare la missione affidata a Ferrovie, compreso il mandato sul miglioramento del trasporto pubblico locale. La collocazione di Fs sul mercato - ha detto ancora il ministro - è il riconoscimento del valore di un'azienda che ha saputo svolgere il ruolo di servizio pubblico e nel contempo ha dato dimostrazione di efficienza». Sui tempi e sulle modalità dell’operazione, il governo non scopre ancora le carte. Nel Documento di economia e finanza messo a punto dal Tesoro a fine ottobre viene chiarito che la rete ferroviaria, in tutte le sue articolazioni, resterà comunque in mano pubblica e che la cessione riguarderà le controllate dell’azienda. A fare il punto della situazione, alcuni giorni fa, il responsabile delle privatizzazioni di Via XX Settembre, Francesco Parlato, il quale aveva spiegato che «l'obiettivo è procedere entro il prossimo biennio: Fs deve capire, tra le sue attività, cosa e come è privatizzabile. È difficile che questo processo possa chiudersi in dodici mesi».
GLI OBIETTIVI DEL TESORO
Dunque il 2016 appare l’anno giusto per chiudere la partita. Come confermano fonti dell’azienda che indicano in 2,5-3 miliardi di euro l’incasso potenziale di un’operazione che potrebbe riguardare il 40% degli asset di Fs. La quale conta su 70 mila dipendenti, 37 miliardi di patrimonio netto, una holding e una quarantina di controllate tra società operative e di gestione. Al nuovo gruppo di lavoro congiunto costituito ieri spetterà il vaglio delle diverse possibili ipotesi di privatizzazione, sia che si scelga l'opzione più facile di offrire sul mercato il gruppo nella sua interezza, sia che si proceda in un secondo momento con la cessione di parti del gruppo. La task force dei tecnici completerà le necessarie fasi di istruttoria sulla pratica di collocamento della società e sarà tenuta poi ad aggiornare i vertici politici.È infatti a livello politico che si prenderanno le decisioni sullo sbarco di Fs sul mercato. L'obiettivo ufficiale del governo è di recuperare dalle privatizzazioni per le proprie casse lo 0,7% del Pil all'anno, circa 10 miliardi di euro, da destinare all'abbattimento del debito pubblico. Per quest'anno probabilmente questo obiettivo non sarà raggiunto, ma l'ammanco si recupererà nel 2015, con le operazioni di privatizzazione che scavalleranno l'anno. In pista c'è sempre l'ipotesi di cessione di una quota di Enel, per la quale non sono ancora state assunte decisioni sui tempi.