ROMA La platea dello sconto Irpef da 80 euro non cambia. Il governo sta invece studiando come estendere i benefici del bonus per i nuovi nati pensando alle categorie di minori in estreme condizioni di povertà. Nella commissione Bilancio di Montecitorio che sta esaminando la legge di stabilità, la cruda realtà dei saldi non lascia molti spazi di manovra, nonostante gli annunci delle settimane scorse. Il viceministro dell’Economia Morando ha spiegato in Aula che il governo lavora in questa direzione ma che l’equilibrio dei conti non consente in questo momento di prevedere un costo certo della misura. Dunque «si stanno studiando le soluzioni tecniche» che arriveranno presumibilmente più avanti. «Le politiche sulla natalità non si fanno con la ragioneria - critica il ministro Lorenzin - se il bonus bebè viene ridotto io non sono assolutamente d’accordo». Il tema, come altri interventi previsti nella manovra è stato al centro di un nuovo vertice ieri a Palazzo Chigi tra il premier Renzi e il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan accompagnato dallo staff di tecnici. Dopo il varo della legge, infatti, sono emerse una serie di necessità tra cui quella di coprire i 4,5 miliardi di nuove richieste da parte della Commissione Europea che hanno costretto a mettere a segno i saldi. Nel frattempo si dovranno affrontare anche le emergenze dei disastri di questi giorni e tirare una coperta sempre più corta. Per questo il governo spera almeno che l’Unione Europea possa derogare qualcosa al patto di stabilità per le Regioni colpite dalle alluvioni. «È stato fatto in passato stiamo esplorando quali spazi ci sono, spero riconoscano gli sforzi che stiamo facendo» dice il sottosegretario Delrio in missione a Bruxelles. In attesa di un quadro certo, l’esecutivo prende tempo e pensa di inserire alcune misure “in progress” rinviando alcuni nodi in seconda lettura al Senato, prima di concludere alla fine dell’anno con la blindatura del testo e le correzioni concordate. Già presentato invece l’emendamento del ministro della cultura Franceschini che equipara l’Iva dei libri al 4% anche per gli e-book. Un’iniziativa, apprezzata anche dall’opposizione di Forza Italia, che non dovrebbe incontrare ostacoli di copertura finanziaria. Tra i primi a cadere sotto i colpi del vincolo di maggioranza invece sono stati gli emendamenti della sinistra del Pd. Tra questi (duramente criticati dalla guardia renziana), quello dedicato all’estensione del bonus degli 80 euro agli incapienti superando il vincolo che finora l’ha assegnato solo ai lavoratori con una busta paga. La necessità di ridistribuire a favore delle fasce più deboli i benefici di una manovra espansiva è stata sollecitata dal presidente della Commissione Francesco Boccia: «Il Pd è uno solo ed è tale quando mostra sensibilità verso gli ultimi e riparte sempre da chi è rimasto indietro, si dovrebbe ringraziare Fassina che sta contribuendo a migliorare la legge di stabilità». L’esponente della sinistra tuttavia registra la disponibilità del governo a trovare la soluzione per estendere il bonus. Ieri intanto sul jobs act sono continuate le schermaglie tra Pd e Ncd per intestarsi la vittoria sul braccio di ferro conclusosi con la mediazione sul reintegro per alcuni tipologie di licenziamento disciplinare. Oggi i deputati dem illustreranno le modifiche introdotte rispetto al testo del Senato, anche in risposta alle critiche della sinistra che resta sempre critica. «Si è data libertà di licenziamento, quasi fosse quello il problema delle imprese e non la carenza di domanda o la possibilità di fare investimenti» ha commentato Fassina: «Difficilmente potrò sostenere il provvedimento», ha aggiunto. Sugli scudi anche M5S, Sel e Forza Italia che presenterà una pregiudiziale di costituzionalità. A causa dell’assenza delle opposizioni che hanno abbandonato i lavori per protesta, l’esame della commissione Lavoro si è chiuso con ampio anticipo ieri pomeriggio. La delega approderà in aula domani per giungere al voto finale fissato per il 26 novembre