ROMA Un emendamento del governo alla legge di Stabilità sulla “carta acquisti” che sembra estendere la social card ai cittadini extracomunitari scatena una bufera e costringe il ministero dell’Economia a una precisazione. Il Nuovo centrodestra chiede «un’immediata spiegazione». «Strozzinaggio di Stato per gli italiani, ma social card estesa agli extracomunitari» scrive su twitter Maurizio Gasparri, mentre il leghista Roberto Calderoli annuncia battaglia. Ma la novità non c’è: «Nessuna modifica alle condizioni personali per accedere il beneficio» chiarisce in serata il Mef, solo una conferma: il diritto dei cittadini stranieri, comunitari ed extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo ad avere la carta, infatti, è già stato sancito per legge nel 2013. L’emendamento, viene chiarito, riguarda solo il diritto di Poste italiane a vedersi riconosciuti i compensi previsti per la distribuzione della social card agli extracomunitari nei mesi gennaio-marzo 2014, periodo di vacanza normativa. Alla vigilia del giudizio della Commissione Ue sulla manovra, slittato a martedì, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si dice intanto ottimista: «Mi aspetto che la Commissione apprezzi la filosofia complessiva, basata su un consolidamento pro-crescita» dichiara al Financial Times. Nel suo cammino in commissione, la legge registra un risultato atteso: con un emendamento dell’esecutivo, approvato ieri, viene aumentato da 250 a 400 milioni per il 2015 il fondo per la non autosufficienza, che era stato “svuotato” suscitando le dure proteste delle associazioni dei disabili e dei malati di Sla: i 150 milioni in più arriveranno dalle risorse per la famiglia, mentre a partire dal 2016 il fondo potrà contare stabilmente su 250 milioni l’anno. Tra le decisioni più significative c’è poi la riduzione dell’aliquota Iva per i libri e i periodici elettronici, che scenderà dal 22% al 4%, com’è per i libri cartacei. L’abbassamento dell’aliquota comporterà un mancato gettito di 7,2 milioni di euro l’anno, che sarà coperto dal fondo per interventi strutturali di politica economica. Sono, inoltre, in arrivo 60 milioni per il fondo per le emergenze nazionali per l’anno 2015, e risorse per la promozione del made in Italy: 130 milioni per il 2015, 50 milioni per il 2016 e 40 per il 2017. Viene respinto invece (è il secondo anno consecutivo) l’emendamento, proposto da Sel, per l’istituzione della cosiddetta “Google tax”, la tassa per i colossi del web: «È una scelta sbagliata, non si può più perdere tempo - commenta il presidente della commissione Francesco Boccia - auspico che il governo, come promesso dal premier Renzi, assuma una posizione chiara». Novità in vista per la previdenza integrativa: il governo «non è determinato a difendere» le misure relative all’aumento del prelievo fiscale sulle rendite dei fondi pensione, ma «non è ancora pronto ad affrontare il tema delle coperture» spiega il viceministro Enrico Morando. Il governo, conferma infine, lavora a un intervento sul canone Rai: il pagamento dovrebbe finire dentro le bollette delle utenze. L’ipotesi, tuttavia, era già stata bocciata in aprile dall’Autorità per l’energia.