ROMA Il bonus bebé cambia. Ieri il governo ha presentato un emendamento alla manovra che introduce due novità. La prima è che scompare il requisito del reddito familiare massimo di 90 mila euro per ottenere gli 80 euro mensili. Il nuovo vincolo deciso dal governo per poter accedere al beneficio fiscale è un reddito Isee massimo di 25 mila euro. Il calcolo, insomma, varierà da famiglia a famiglia a seconda non solo dei redditi, ma anche del conto in banca e delle proprietà immobiliari. Solo per fare un esempio, un lavoratore dipendente con moglie e un figlio e redditi da lavoro per 30.000 euro che vivono in affitto (6.000 euro l'anno) e hanno risparmi per 5.000 euro ha un Isee di 10.000 euro. E con la riforma dello strumento in arrivo dal primo gennaio prossimo (che tiene conto di più parametri) scenderà ancora di più (8.500). La seconda novità dell’emendamento governativo, è che se il reddito Isee sarà inferiore a 7 mila euro, allora il bonus bebé sarà raddoppiato a 160 euro. Sempre in tema di bonus, si riducono le possibilità che, anche al Senato, il governo possa estendere lo sgravio di 80 euro alle famiglie più numerose. Alla Camera è stato approvato, come promesso da Matteo Renzi, un emendamento per portare da 250 a 400 milioni i fondi per la Sla. I soldi per finanziare questo aumento di risorse, tuttavia, sono stati recuperati definanziando il «fondo per la famiglia» nel quale erano confluite le risorse necessarie all’allargamento del bonus.
LE ALTRE MODIFICHE
Un duro scontro all’interno della stessa maggioranza di governo, si è consumato ieri anche sull’emendamento del governo sulla copertura per gli immigrati attraverso la social card. Il Nuovo centro destra, attraverso il capogruppo Nunzia De Girolamo, ha chiesto di ritirare l’emendamento. Il Tesoro aveva difeso l’intervento, spiegando che la copertura per gli stranieri era già prevista dalle norme vigenti e che la modifica inserita in stabilità serviva solo a sanare un contenzioso con le Poste e ad evitare che potessero essere chieste restituzioni di somme già versate. Presentato, sempre ieri, anche un emendamento per aumentare di 400 milioni (200 l’anno) le risorse per gli ammortizzatori sociali. Il fondi sono stati recuperati aumentando i tagli ai ministeri. Spunta, invece, l’ipotesi di riportare dal 20 per cento all’11,5 per cento, la tassazione sui fondi pensione. Il tema, tuttavia, sarà affrontato nel passaggio al Senato della legge di Stabilità. Stesso discorso vale per le Partite Iva. Il governo starebbe studiando un emendamento per alzare da 15 mila a 20 mila euro i tetto di reddito che permette di pagare un’imposta sostitutiva del 15 per cento.