PESCARA Circa 140milioni di fondi europei bloccati dall’Ue a Bruxelles da diciotto mesi, che per la Regione Abruzzo sono oggi la fonte di tutti i guai, compreso quello della liquidità di cassa denunciata nei giorni scorsi dallo stesso assessore regionale al Bilancio, Silvio Paolucci. Un pasticcio della burocrazia? Eccesso di zelo da parte dell'Europa? Antico vizio della politica di nascondere la polvere sotto il tappeto? Forse un po' di tutto questo, ma è clamoroso quanto emerge oggi dal carteggio di questi mesi sul Fondo sociale europeo 2007-2013 (Po-Fes), una montagna di soldi che Regione e Province hanno anticipato per tenere in piedi un sistema che Bruxelles ha invece bocciato su tutte le linee, fino a giungere alla sospensione dei pagamenti notificata il 26 febbraio del 2013. Ammette Paolucci: «Il problema esiste, è una brutta eredità che abbiamo raccolto, ma è in via di risoluzione».
LA GIUNTA CHIODI
Intanto occorre fare un passo indietro per capire come si è arrivati a tanto. La bocciatura del Po Fes da parte della Comunità europea non riguarda singoli progetti, ma parla di gravi carenze nel sistema di gestione e di controllo che incidono sulla affidabilità della procedura di certificazione dei pagamenti. In particolare si contesta la procedura di affidamento alle Province, in violazione dei regolamenti europei. La Regione non avrebbe inoltre garantito la separazione tra le funzioni di gestione e di controllo e non si sarebbe mai dotata di un Sistema unico informativo regionale per la registrazione e la conservazione della contabilità informatizzata. I pesanti rilievi di Bruxelles erano stati oggetto nel 2013 di una interrogazione del consigliere regionale del Centro democratico Luigi Milano. La giunta Chiodi aveva risposto con una relazione inoltrata alla Commissione europea in cui si faceva riferimento alle misure adottate per migliorare i sistemi di gestione e di controllo del programma. In particolare con la individuazione della procedura per attribuire alle Province la qualità di organismi intermedi, come già previsto nel programma operativo e con la riorganizzazione della direzione Palfilps, al fine di rendere più netta la separazione tra le strutture che si occupano di controlli di primo livello da quelle che svolgono attività gestionale.
D’ALFONSO, ACCORDO PARZIALE
Il tempo passa, Bruxelles tace, e la patata bollente passa nelle mani della giunta D'Alfonso, fino ad arrivare al documento di pochi giorni fa datato 18 novembre, con cui le autorità di Audit e di Gestione del Po Fse firmano un altro capitolo di questa vicenda, riassumendo i contenuti dell'incontro (dai toni aspri) avvenuto l'11 novembre al Ministero del Lavoro, a Roma, dove la Regione ha sostenuto l'insostenibilità del permanere della sospensione dei fondi. Alla fine l'intesa raggiunta prevede che la Comunità europea sblocchi almeno 103 milioni di euro, a fronte di una contestuale decertificazione della somma efferente i progetti di attuazione provinciale, con l'avvertenza che tale operazione è possibile a partire dal prossimo gennaio, per non pregiudicare il disimpegno automatico delle risorse a fine anno 2014. Dal tavolo sarebbe infatti emerso che le criticità del programma operativo contestate da Bruxelles fanno riferimento esclusivamente ai progetti di attuazione provinciale, per circa 37 milioni di euro, che avrebbero condizionato il rimborso dei circa 140 milioni complessivi certificato al momento della sospensione del Po Fse 2007-2013.
L'accordo al quale si sta lavorando con il Ministero è quello di conferire i progetti multiasse ad attuazione provinciale al Piano di azione e coesione (Pac), che richiederebbe tuttavia una rapida riprogrammazione del Po Fse Abruzzo 2007-2013, almeno per la parte di cofinanziamento nazionale. Tutto, o quasi, da rifare.