È andato deserto ieri mattina il bando per l'affidamento degli impianti sciistici di Prati di Tivo: nessuno ha risposto alla Gran Sasso Teramano che in cambio chiedeva una somma di 250 mila euro per la semplice gestione annua. E forse un po' tutti se l'aspettavano. Gli scenari a questo punto tornano a farsi più foschi e si corre il rischio che la stazione turistica quest'inverno rimanga al palo, a meno che il nuovo consorzio di imprenditori locali appena formato riceva l'ok dalla Gran Sasso Teramano per iniziare una trattativa privata. La proposta del coordinatore del consorzio, Erminio Di Lodovico, è stata formalizzata poche ore dopo le 12 di ieri e prevede la costituzione, assieme alla Gran Sasso Teramano, di una associazione in partecipazione dove il Consorzio turistico Gran Sasso Scarl (questo il suo nome) si accolli tutti i costi di gestione e l'eventuale surplus sarebbe da dividere equanimemente in due: «La Gran Sasso Teramano avrebbe come eventuale perdita solo i costi di operazione» rende appetibile la cosa Di Lodovico. In caso di risposta affermativa immediata la neo associazione potrà far partire gli impianti (che sono stati già revisionati) entro una settimana, il tempo di fare gli ultimi collaudi.
Si mette fretta perché è già tardi e la stagione invernale è alle porte: «Gli imprenditori locali che fanno parte del consorzio contano molto sulla velocità della risposta, si devono incassare le prenotazioni e far ripartire la macchina sin da subito». Il presidente della Gran Sasso Teramano, Marco Bacchion, dichiara che è in contatto con operatori interessati a trattative private e della cosa ha informato la proprietà (Provincia al 53% e Camera di Commercio al 43%): «Chiaramente l'affidamento diretto alla stessa Gran Sasso Teramano non è praticabile perché non ha la struttura adeguata, stiamo valutando una forma di collaborazione diversa» e qui entra in ballo anche il consorzio. Bacchion si dà anche una data in cui la decisione deve esser presa: «L'8 o il 10 dicembre. Certo, a star chiusi non ci guadagna nessuno, tranne qualcuno che pensa di ricomprarsi gli impianti a 4 soldi, e questo sarebbe davvero un progetto demenziale». Il neonato Consorzio per il momento non abbraccia tutti gli imprenditori che almeno in prima battuta sono apparsi un po' divisi.