BUSSI SUL TIRINO Intervengono anche i cittadini di Bussi per sollecitare misure urgenti nella sistemazione della strada statale 153, sul tratto compreso tra i chilometri 2 e 3, teatro negli ultimi dieci giorni di due incidenti mortali ed altrettanti senza gravi conseguenze. Con circa un centinaio di firme hanno sottoscritto una petizione che sarà inviata al sindaco, Salvatore Lagatta, e al comandante della stazione dei carabinieri, maresciallo capo Francesco Macchia, a sostegno dell'iniziativa dell'amministrazione che chiede all'Anas, proprietaria ed ente gestore della strada, le migliorie tecniche in favore della sicurezza. L'iniziativa è partita dai dipendenti della Solvay che, giornalmente, e a orari diversificati, anche di notte, devono percorre quel tratto di strada per arrivare sul posto di lavoro. «È capitato infatti» afferma il primo firmatario, Tonino Di Beradino, «che dopo l'incidente in cui ha perso la vita l'ingegner Piero Ricci e prima dell'altro, che ha visto morire il nostro concittadino, Andrea Piersante, un giorno, all'uscita dal lavoro, proprio su quel tratto e nello stesso punto dove i due sfortunati automobilisti sono finiti nella scarpata, un giovane era rimasto con la sua auto sul ciglio del burrone, dopo aver perso il controllo della vettura dopo aver sbandato su un fondo stradale bagnato. Noi» prosegue Di Beraridno «ci siamo fermati per garantire tutta l'assistenza necessaria. Per fortuna, a quel giovane non è capitato nulla di grave». Ma il fatto, quasi in fotocopia, si è ripetuto venerdì pomeriggio con un furgone che aveva quasi imboccato la scarpata, e si era fermato lasciando incolumi i due viaggiatori. «È vero che su quel tratto la strada è molto pericolosa ed è da noi molo ben conosciuto» riprende il primo firmatario «ma metti caso che chi ha sbandato avesse incrociato un veicolo in marcia sulla corsia opposta, sarebbero accadute tragedie ancora più sconvolgenti. Insomma, è necessario intervenire con sollecitudine per rendere sicuro quel tratto di strada con l'adozione di tutti i presidi tecnici e le opere di migliorìa del fondo stradale». Fra tutti i rilievi prodotti dalle varie fonti e nella considerazione che la strada in quel punto rimane sempre non irradiata dal sole, con umidità e gelo sul fondo, emerge la necessità in primis di realizzare su quel tratto di poche centinaia di metri un manto bituminoso drenante, in modo da eliminare il velo d'acqua che causa la perdita di aderenza; di proteggere la scarpata con l'apposizione di idoneo guard rail; di evitare che le acque di scolo dal rilievo di San Rocco giungano sulla carreggiata e di intensificare una segnaletica di pericolo che obblighi a ridurre di molto la velocità di percorrenza. «Seguiremo da vicino l'evolversi della nostra iniziativa» assicura Lagatta. «Ne va della nostra sicurezza e soprattutto di coloro che attraversano il nostro territorio comunale».