Dopo l’interrogazione del Movimento 5 Stelle, il sindaco prende posizione sull’imbarazzante vicenda che ha coinvolto il questore e il capo dei vigili: «Nessuno può far annullare una contravvenzione»
PESCARA La vicenda si gioca tutta sul filo di una zona grigia: quell’area intermedia tra il legale e l’illegale dove il confine tra cosa prevede la norma e quello che in sostanza avviene nella quotidianità, risulta assai labile. Con un malcelato imbarazzo ieri mattina il sindaco Marco Alessandrini, sollecitato in consiglio comunale da un’interrogazione urgente del Movimento 5 stelle, prende la parola per commentare in aula il nebuloso caso della multa cancellata al questore Paolo Passamonti e la posizione scomoda ricoperta dal comandante della polizia municipale Carlo Maggitti. «La questione di sicuro non è limpida visto che ci sono stati profili opachi che dovranno essere chiariti in un altro palazzo», ammette per la prima volta il primo cittadino pescarese, chiamando in causa il processo penale, «ho chiesto degli approfondimenti scritti. La direttiva che ho dato è che nessuno deve annullare le multe strappandole o facendo scomparire i verbali. Sulle omesse risposte daremo un resoconto dettagliato, visto che anche io voglio vederci chiaro». Il servizio tv andato in onda durante la trasmissione di Italia 1 “Le Iene” e rimbalzato migliaia di volte sui social network, ha portato Pescara alla ribalta nazionale. Quella che ne viene fuori è un pasticcio di legalità, tra un questore multato perché si trovava con la sua auto privata in divieto di sosta (mentre era in servizio), l’agente Angelo Volpe sotto processo per aver aiutato un collega a presentare la denuncia sulla scomparsa del verbale (l’udienza ci sarà il 25 maggio prossimo), un comandante della municipale deriso da mezza Italia per aver ordinato di restituire la vettura al questore la sera stessa della sanzione senza avviare alcuna procedura amministrativa e gli altri due vigili urbani coinvolti, Donato Antonicelli e Claudio Di Sabatino, attualmente relegati a mansioni di poco conto. Al di là degli eventuali risvolti penali, sui quali farà luce la magistratura nelle sedi opportune, emergono una serie di incongruenze di carattere amministrativo, messe in luce dai consiglieri comunali del Movimento 5 stelle in quanto consumate nel chiuso delle stanze del municipio. Ed è su questo punto, in particolare, che la capogruppo pentastellata Enrica Sabatini invita il sindaco a fornire una risposta univoca, prendendo in considerazione l’ipotesi di un provvedimento disciplinare nei confronti di Maggitti, dirigente del Comune oltre che comandante dei vigili. «Esiste una contraddizione palese», incalza Sabatini, «tra il non aver risposto alle domande che abbiamo posto durante l’audizione di Maggitti in commissione Controllo e garanzia, appellandosi al segreto istruttorio, e l’aver rilasciato dichiarazioni a una trasmissione televisiva. Di fatto il comandante della municipale ha commesso un reato, quello di omissione e rifiuto di atti d’ufficio. Oltre ad aver perso autorità e autorevolezza con i suoi colleghi, ha sconfessato la nostra funzione ispettiva». All’interrogazione urgente in quattro punti, presentata ieri in aula e firmata dai tre consiglieri grillini Enrica Sabatini, Erika Alessandrini e Massimiliano Di Pillo, dovrà seguire una risposta nei prossimi 5 giorni. Intanto il sindaco Pd, pur senza entrare nel merito di eventuali sanzioni o provvedimenti disciplinari, per la prima volta fornisce una sua valutazione sulla vicenda. «Sulle omesse risposte», rimarca Alessandrini in consiglio, «vi daremo informazioni dettagliate visto che anche io ho intenzione di approfondire la vicenda. Mi domando a questo punto se siano più incalzanti i commissari consiliari o dei signori in tv vestiti di scuro».