Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.940



Data: 27/11/2014
Testata giornalistica: Il Centro
«Canone Rai: sono stufo di pagare per chi evade»

Gentile Direttore, fino all’ultimo avevo sperato che le affermazioni del sottosegretario allo sviluppo meconomico, Antonello Giacomelli si potessero concretizzare in un provvedimento che avrebbe reso giustizia su una vicenda paradossale, come quella del canone Rai, che ci trasciniamo da decenni e che esprime in pieno un fenomeno, quello dell’evasione, rappresentativo purtroppo di una piaga tipica del nostro paese. Coloro infatti che, nascondendosi dietro il mancato possesso del televisore, eludono il pagamento del canone ammontano a circa il 30% dei potenziali contribuenti, determinando un’evasione e quindi mancati introiti per il servizio pubblico pari a 600 milioni di euro. Il fatto tuttavia eclatante è che, come per tutte le imposte, se a pagare fossero tutti, si potrebbe pagare anche meno e, nel caso specifico, “l’odiato” canone Rai ammonterebbe a 60/65 euro contro gli attuali 113,50 euro. Sciaguratamente il governo, o meglio lo stesso sottosegretario Giacomelli, nell’arco di appena 24 ore ha compiuto una clamorosa retromarcia rimandando al prossimo anno la riforma per la gioia degli evasori, che anche quest’anno brinderanno in spregio a quel 70% di cittadini onesti che come al solito pagheranno di più anche per loro. Viva l’Italia!
Armando di Pasquale

Non credo che sia colpa del povero Giacomelli: il sottosegretario fino all’ultimo era convinto che il (quasi) dimezzamento del canone si sarebbe fatto, ma è intervenuto Palazzo Chigi per prendere tempo, temendo che un provvedimento frettoloso potesse creare problemi di interpretazione. L’idea, come si sa, era di inglobare il canone televisivo nella bolletta elettrica di gennaio di tutte le prime case, in proprietà o in affitto, ma non era chiaro come ci si sarebbe comportati con le seconde case intestate a familiari e rimaste sfitte: un rompicapo che necessita di un approfondimento. L’idea di fondo, comunque, resta valida, non solo perché taglia in modo consistente l’importo dell’abbonamento, ma anche perché toglie il fastidio di un altro pagamento. Così come, lo sosteniamo da anni, si potrebbe abolire il bollo dell’auto, aumentando in maniera quasi impercettibile il prezzo dei carburanti per recuperare l’introito perduto. Siamo rassegnati a pagare, ma almeno ci semplifichino la vita.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it