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Pescara, 24/11/2024
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Data: 30/11/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Trasporti, parte il progetto di fusione. Il ddl mercoledì in commissione e il 9 in aula. Critiche da Forza Italia: chiediamo trasparenza

L’AQUILA Passo avanti sulla fusione delle tre società regionali di trasporto Arpa, Gtm, Sangritana. E’ approdato in Commissione (dove dovrebbe essere varata mercoledì e il 9 andare in aula) il disegno di legge firmato dai consiglieri regionali Pd Camillo D’Alessandro e Sandro Mariani che prevede la costituzione di una società unica attraverso l'istituto della fusione per incorporazione di Gtm e Sangritana attraverso il conferimento del capitale sociale in Arpa. A conclusione dell’operazione si formerà una nuova società con 40 milioni di euro di capitale sociale, un patrimonio di oltre 100 milioni, un fatturato di 150 milioni, 1.600 dipendenti, un parco di 1.200 autobus e 20 treni. L’operazione, secondo i presentatori del ddl, porterà a «un miglioramento degli aspetti operativi e finanziari delle attuali gestioni e conseguentemente a un'ottimizzazione della produzione dei servizi di trasporto a tutto vantaggio della collettività che se ne serve». Ieri in conferenza stampa Forza Italia, rappresentata da Mauro Febbo e dal depuitato Fabrizio Di Stefano ha criticato il progetto. «Siamo d’accordo sulla fusione», ha spiegato il consigliere Mauro Febbo, « ma è chiaro che per mettere in campo una riforma efficace è necessario un confronto serio e non un Progetto di Legge di soli 6 articoli. Il problema principale risiede nell’articolo 3», insiste Febbo, «che consegna una delega in bianco al Presidente della Regione, autorizzato a compiere tutti gli atti necessari a norma di legge, al conferimento delle azioni delle società Arpa, Gtm e Sangritana in Arpa S.p.a. nonché tutte le altre operazioni dirette alla realizzazione delle finalità della Legge. In pratica il centrosinistra vuole che tutti gli atti a garanzia del servizio pubblico non possano essere conosciuti, ciò significa che viene stravolta completamente la Legge approvata dal Governo Chiodi che prevedeva un percorso molto più chiaro. Chiediamo pertanto la massima trasparenza e che non sia il Presidente a fare tutto».

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