ROMA Sono solo due frasi, ma attizzano ancora il fuoco della polemica con il sindacato alla vigilia dell’approvazione di manovra e jobs act e dello sciopero generale del 12 dicembre. L’imprenditore «è un eroe dei tempi nostri, un eroe della quotidianità» dice Matteo Renzi in un messaggio agli associati della Cna riuniti a Mirandola, aggiungendo che l’Italia è divisa «tra chi urla per creare tensioni» e invece chi «si rimbocca le maniche». Gli risponde Susanna Camusso: i «veri eroi sono i lavoratori che hanno fatto sacrifici» per salvare aziende e lavoro. Ieri il premier ha confermato quanto tenga al consenso degli imprenditori. Alla conferenza nazionale degli artigiani della Cna a Mirandola, ha toccato le corde più sensibili della categoria. «Per la prima volta - ha detto - lo Stato dimagrisce anziché ingrassare. La riduzione delle tasse come un inizio di un processo rivoluzionario, questo il nostro obiettivo». Il suo governo, sta attuando «una riduzione di 18 miliardi di tasse». Agli imprenditori dice che la sua manovra non è fatta solo dagli «80 euro per i lavoratori dipendenti, pubblici o privati, ma anche da un abbassamento dell’Irap, una semplificazione delle procedure, la possibilità, per chi dal 1 gennaio creerà posti di lavoro a tempo indeterminato per i primi tre anni di non pagare i contributi». I dati sul pil e disoccupazione non lo scoraggiano. «Ce la faremo, perché siamo più forti della crisi, più forti della paura, delle debolezze che il sistema Paese ha». Il suo governo «porterà l’Italia fuori dal pantano» ha concluso nel suo video messaggio. A Renzi rispondono i leader sindacali. «Noi non contestiamo, facciamo proposte concrete, lottiamo per fare i cambiamenti in questo paese» replica il neo segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, sottolineando che il jobs act va modificato perchè «più che a tutele crescenti mi sembra a tutele calanti» e l’articolo 18 «va mantenuto». A Barbagallo fa piacere «che Renzi vada nelle fabbriche, ma mi sembra che sia più dalla parte degli imprenditori» che non sono tutti eroici perché ci sono «anche quelli che delocalizzano e se ne vanno». Se proprio si deve parlare di eroi, attacca Susanna Camusso leader della Cgil «penso che siano i lavoratori che continuano a lavorare nonostante ogni giorno si sentano sempre più ricattati e tutti quelli che non prendono stipendi da mesi e mesi ma continuano a recarsi sul posto di lavoro». Dunque «definire eroi coloro che da tanto tempo in questo paese hanno smesso di essere spinta propulsiva, non hanno investito, continuano a chiedere risorse, fanno poca iniziativa, mi sembra sbagliato». È alta tensione anche nel Pd e la frattura non sembra ricomposta in vista della direzione di domani, nonostante la minoranza abbia deciso di votare sì alla legge di stabilità. I mal di pancia restano e la parte «non renziana» si appresterebbe a chiedere di consultare tutto il partito sulle riforme elettorali e costituzionali. La minoranza appare però in sofferenza. A una riunione di Area Riformista (i bersaniani con Speranza, Martina e Amendola) non sono stati invitati gli esponenti della sinistra dem, quelli più critici con le scelte del governo. Tuttavia tutta la minoranza chiede che i passaggi parlamentari non siano una semplice formalità.