ROMA Il premier Matteo Renzi la considera uno dei capisaldi della strategia che punta a mettere il fisco al servizio dei cittadini, ma sulla dichiarazione dei redditi precompilata che dal 2015, in forma telematica, dovrebbe raggiungere 20 milioni di contribuenti piove la grana dei Caf. Con una dura nota, ieri i centri di assistenza fiscale hanno lanciato un forte allarme facendo notare che il decreto che dovrebbe fissare i loro compensi non è stato ancora emanato dal ministero dell'Economia. E dunque, si fa capire, i Caf non garantiscono la riuscita dell'operazione per il prossimo anno.«Non possiamo programmare l'attività e siamo già in fortissimo ritardo» ha spiegato il coordinatore della Consulta nazionale Valeriano Canepari. Il quale ha fatto il punto della situazione spiegando che «a conclusione di un percorso di collaborazione nel quale i Caf hanno dato la piena disponibilità a confrontarsi per valutare tutti gli aspetti tecnici utili a far partire il nuovo 730 nel 2015, suggerito possibili soluzioni e fatto proposte per migliorare l'impatto della riforma a vantaggio sia dei contribuenti che della Pa, dobbiamo registrare il disinteresse del governo per i compensi». Insomma, i centri di assistenza fiscale battono cassa avvertendo che in mancanza di risposte rapide «sarà impossibile programmare l'assistenza 2015, a fronte di una campagna che si annuncia già complicata per le tante novità introdotte». Così i Caf hanno chiesto certezza sulle condizioni economiche che saranno fissate per il prossimo anno. «Non siamo in condizione di stabilire alcun elemento della pianificazione - il monito che si è alzato ieri - perchè ad esempio non possiamo decidere quanti lavoratori stagionali reclutare e non possiano programmare la formazione che va conclusa entro aprile» . Una dura requisitoria conclusa con un appello. «E' anche grazie al nostro contributo - la sottolineatura della Consulta - se questo progetto, fortemente voluto dal governo, si è realizzato in tempi così stretti. Ora ci aspettiamo lo stesso rispetto per le scadenze e chiediamo che il provvedimento venga approvato nei tempi concordati nell'interesse di tutti: contribuenti, governo, Agenzia delle Entrate e operatori del settore».
I RISCHI
La questione sollevata dai Caf non è di poco conto. La riforma affida loro un ruolo di primo piano in quanto, dal prossimo anno, sarà l'amministrazione finanziaria a raccogliere ed elaborare i dati fiscali, per inviare al contribuente la dichiarazione dei redditi già compilata. Ma poi sarà il Caf, sotto la sua responsabilità, a rilasciare il visto di conformità e a dialogare con il fisco per integrare o correggere il 730 precompilato. Un ruolo delicatissimo, dunque. Di tempo a disposizione per accontentare i Centri di assistenza (che nel 2014 hanno incassato dal ministero del Tesoro circa 350 milioni, pari a 14 euro per ogni dichiarazione gestita) non ne è rimasto molto. Già a partire dal 15 aprile 2015 l'Agenzia delle Entrate metterà a disposizione online la dichiarazione precompilata. E quel punto il Caf, delegato dal contribuente, dovrà mettersi in moto.