Strada semideserta, automobilisti con il freno pigiato per rispettare i 30 orari
PESCARA Un piovoso lunedì mattina e un’auto che procede spedita su corso Vittorio Emanuele. Stesso tragitto di sempre, se non fosse per un particolare che balza agli occhi del guidatore di turno appena arrivato all’altezza dell’incrocio con via Genova. La macchina inchioda: non ci sono più le transenne che fino al giorno prima chiudevano l’arteria al traffico, ma in compenso c’è il cartello che indica la cosiddetta “zona 30”. Qualche secondo di incertezza, poi un colpo di clacson rompe il silenzio. «Allora, passi o no?», si infastidisce l’automobilista dietro, sporgendo la testa dal finestrino abbassato per metà. Quello davanti sembra pensarci un attimo, poi mette la prima ancora mezzo frastornato e imbocca la strada. Da ieri mattina alle 9, a meno di un anno dall’avvio della pedonalizzazione, corso Vittorio Emanuele è stata riaperta al traffico veicolare per un unico senso di marcia. Lo stop alle auto resterà in vigore soltanto durante il weekend e le festività, mentre per il resto della settimana si potrà circolare esclusivamente sul lato mare della strada, da sud verso nord, facendo attenzione a non superare il limite dei 30 chilometri orari. Il primo giorno di dicembre riporta corso Vittorio Emanuele indietro di un anno, prima dell’avvio dei lavori di riqualificazione voluti dall’ex sindaco Luigi Albore Mascia e costati alle tasche dei pescaresi 1 milione e 400 mila euro. Per mettere in sicurezza la strada e separare la carreggiata destinata alle bici e ai pedoni da quella riservata alle quattro ruote, la giunta guidata dal sindaco Pd Marco Alessandrini ha messo in bilancio altri 43mila e 920 euro. Eppure, i cittadini a piedi e gli amanti delle due ruote non sembrano fare troppo caso ai separatori, al punto che molte bici continuano a transitare nella parte centrale della strada, con buona pace degli automobilisti con il piede perennemente schiacciato sul freno per evitare di andare oltre il limite dei 30 orari. Ai lati della strada, posizionati come civette all’altezza dei varchi laterali, le pattuglie della polizia municipale sono chiamate a vigilare sul rispetto delle regole, mentre gruppi di agenti a piedi restano a disposizione dei cittadini per fornire ogni informazione utile in questa fase di sperimentazione. «Non abbiamo registrato particolari criticità, nonostante la pioggia che tende a rallentare la fluidità del traffico», ammette il sindaco a metà mattinata, al termine di un giro di perlustrazione assieme al suo vice e assessore alla Mobilità Enzo Del Vecchio. Nello stesso momento il centrodestra, barricato all’ultimo piano del palazzo dell’Aptr regionale, mette in scena la sua protesta esponendo alcuni striscioni in difesa della pavimentazione, delle fontane e delle luci. “Il problema», ribatte Del Vecchio, «è che molte persone ancora non si sono rese conto del cambiamento. Nell’immediato abbiamo la necessità di ricalibrare i tempi del verde al semaforo di piazza della Repubblica, in uscita dalle aree di risulta, in maniera da consentire un maggiore scorrimento delle auto in arrivo dal parcheggio e sincronizzare l’attraversamento pedonale». Vuoi per le difficoltà ad assimilare la nuova viabilità, con le auto che possono procedere esclusivamente sulla corsia lato mare, da sud verso nord, vuoi per il ripristino dell’impianto semaforico tra piazza della Repubblica e il corso, ieri mattina una coda di auto si è formata a partire dalla bretella di collegamento lungo le aree di risulta. Si attende che succederà da giovedì, quando passeranno anche i bus della Gtm in entrambi i sensi di marcia.
mezzi pubblici da giovedì
Ma i commercianti si lamentano: dove sono bus e clienti?
PESCARA «Lo scriva pure: il corso lo hanno aperto, ma i commercianti sono in attesa dei clienti». Sisto Di Marco, titolare della pelletteria Dimar, commenta così, tra il sarcastico e il risentito, la nuova viabilità. «Qui non ci sono i soldi», aggiunge, «la crisi del commercio non si risolve facendo passare le macchine, ma al massimo potenziando i mezzi pubblici che finora non ho visto. Stanno chiudendo tutti i negozi, tra un po’ resterò solo e ci verrete a trovare solo voi giornalisti». Sisto non è l’unico a lagnarsi dell’assegna degli autobus, che in base a quanto riferito dalla Gtm, l’azienda che gestisce i trasporti dell’area metropolitana, cominceranno a passare da giovedì. Lo stesso disagio è avvertito da due pensionati, Riccardo Aumiller e Vincenzo Cortellini, fermi ieri mattina davanti al Circolo degli amici. «Non è la strada che fa cambiare il commercio», è l’idea di Gabriella Tatone, titolare della gioielleria Montalbano, «forse la pedonalizzazione sarebbe stata più conveniente. Ormai ho deciso: a causa dei costi troppo alti, da metà mese mi trasferisco da un’altra parte, nella piazza del teatro Circus, in un locale più piccolo. Mi sposto, ma non mollo». Patrizio Fraioli e Alessandra Nissi, proprietari di un negozio di sali e tabacchi, raccontano che la maggior parte dei clienti, soprattutto anziani, si lamenta per la scarsità dei collegamenti pubblici. «Eravamo tutti contenti, ma poi ci siamo accorti che non ci sono autobus. E’ questa incertezza su cosa succederà domani e questa mancanza di ogni comunicazione che ci penalizza. Non sappiamo ancora se dobbiamo rinnovare l’abbonamento mensile per il parcheggio nell’area di risulta. Ogni mese ci costa 70 euro per due macchine, che moltiplicato per 11 mesi, il tempo in cui il corso è rimasto chiuso, fa 770 euro totali. E questo nonostante la disponibilità di un’area di sosta privata adiacente al negozio, dove però non potevamo entrare a causa delle transenne». Soddisfatto della disposizione è il titolare di Capecchi casa, Nino Bettini, tra i più accesi sostenitori della riapertura di corso Vittorio al traffico. «La legalità ha vinto sull’arroganza di chi c’era prima», dice, «questo è il corso principale non solo di Pescara, ma di tutto l’Abruzzo»