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Pescara, 24/11/2024
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Data: 03/12/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Fallita la ditta che produce il Filò. Diventa obbligatoria la ricerca di soluzioni alternative

Può succedere, in tempi di crisi, può succedere se tra l’ultimo treno e la second life dell’ex tracciato ferroviario passano 26 anni. Succede, di norma, quando un prodotto finisce fuori mercato. In ogni caso, il fallimento della Advanced public transport systems (Apts), azienda olandese che in associazione con la Balfour Beatty rail lavora dal 2007 alla realizzazione del Filò, mette un decisivo punto e a capo sul contestatissimo progetto. La società è quella che materialmente produce il Phileas, il mezzo elettrico che dovrà transitare lungo il tracciato, già equipaggiato con pali e fili tra Montesilvano a Pescara. La notizia ribalza dalla rete a Pescara e viene confermata dal vicesindaco Enzo Del Vecchio, il quale, sottolineando di non aver ancora avuto ancora alcuna comunicazione afferma che «la questione rimette in discussione il tipo di mezzo da utilizzare. Il cosiddetto Filò non ha probabilmente riscosso il successo accreditato».
Il fallimento della casa produttrice rimette in discussione la richiesta di soluzioni tecniche più aggiornate, avanzata a giugno dalla nuova amministrazione comunale e accolta con una punta di supponenza dalla stazione appaltante Gtm. «Soluzioni alternative - aggiunge il vice sindaco - ci sono, a partire da un mezzo ibrido». Parole misurate, che non nascondono il fastidio per il tempo perso dietro una soluzione tecnologicamente superata dai costi di esercizio valutati in 2,5 milioni l’anno per gli otto chilometri del primo lotto. Non solo: è stata la prospettiva del transito del Filò, mezzo particolarmente pesante, a condizionare i lavori di rifacimento di corso Vittorio, su cui è stato steso un manto di copertura in cemento rinforzato, per un costo complessivo di 1,4 milioni per i 250 metri di percorso. Soldi, e tempo, che oggi non sembrano essere stati spesi vantaggiosamente. Il Comune scriverà nuovamente alla Regione, chiedendo il ricorso alle clausole di tutela previste dal contratto.
«12 MILIONI AL VENTO»
Più dure associazioni e comitati che da tempo si battono in difesa della strada parco. «La Regione Abruzzo - scrivono in una nota - si avvalga immediatamente delle clausole di risoluzione che si presume siano state inserite nel contratto di fornitura, in modo da poter pretendere, senza danni e spese per la comunità, la rescissione degli obblighi contrattuali, a fronte dell’intervenuta impossibilità per l’appaltatore di garantire la prestazione contrattuale fondamentale, connessa proprio alla fornitura dei mezzi prescelti». Loredana Di Paola, portavoce dei movimenti aggiunge: L’acquisto di sei Phileas, verosimilmente destinati da tempo a marcire nei depositi, avrebbe comportato una spesa di circa 12 milioni di euro».

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