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Pescara, 24/11/2024
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Data: 03/12/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Renzi: Italicum subito, in vigore dal 2016. Il premier propone clausola di salvaguardia per la legge elettorale. Quirinale, Palazzo Chigi smentisce telefonata con Muti

ROMA Legge elettorale, Matteo Renzi lancia la clausola di salvaguardia. E cerca di rassicurare i nemici interni ed esterni che l’accelerazione sull’Italicum non nasconde le elezioni anticipate. Mentre Palazzo Chigi smentisce di aver offerto al maestro Riccardo Muti di succedere a Giorgio Napolitano al Quirinale, Renzi da Algeri torna a parlare di riforme. «Se facciamo la legge elettorale si può fare eventualmente una clausola che dice che la legge elettorale entra in vigore nel 2016, noi la utilizzeremo solo nel 2018 ma va fatta subito perché dopo anni in cui si è promesso di fare le cose, rinviare sarebbe impossibile». Ma l’apertura di Renzi spacca ancora la minoranza del Pd. «Di primo acchitto mi pare un’idea balzana, qui non si tratta di ammansire il Parlamento permettendo ai parlamentari di rimanere in carica un anno in più, l’Italicum può essere approvato solo dopo l’approvazione delle riforma costituzionale», spiega Alfredo D’Attorre, della minoranza. Migel Gotor trova la proposta di Renzi «accettabile». E Pier Luigi Bersani torna a fissare dei paletti. «Va bene la disciplina e la ditta, ma sulle preferenze non intendo desistere, Berlusconi se ne farà una ragione». Renzi però a procedere di pari passo con la riforma elettorale e con quella costituzionale non ci pensa proprio. E a 24 ore dalla direzione del Pd che ha approvato, senza il voto della minoranza, la nuova tabella di marcia sulle riforme, mettendo l’Italicum in cima alle priorità, da Algeri spiega perché. «È assolutamente inaccettabile il collegamento tra riforma delle legge elettorale e riforma costituzionale, questo tipo di provvedimento è già stato proposto alla Camera, ed è stato accantonato e cozzerebbe contro la Costituzione e la logica», avverte. In Parlamento però il percorso delle riforme va avanti a strappi. Alla Camera i lavori della commissione Affari Costituzionali sono stati interrotti e riprenderanno solo oggi. «Il governo e la maggioranza stanno facendo ostruzionismo a se stessi, volevano affrontare solo gli articoli privi dei nodi che devono ancora sciogliere però abbiamo votato troppo rapidamente e ora sono loro che voglio fermarsi, è schizofrenia costituzionale», attacca il grillino Tonelli. In contemporanea al Senato la discussione sull’Italicum va avanti ma restano aperti tutti i nodi: liste soglie e premio. La discussione in commissione si chiuderà giovedì, fa sapere la presidente della commissione Affari Costituzionali. Ma il suo vice, il leghista Roberto Calderoli, denuncia: «La maggioranza cerca di prendere tempo, visto che il governo metterà la fiducia sul jobs act e domani (oggi, ndr) sarà tutto fermo». Nei palazzi della politica aleggiano le dimissioni annunciate da Giorgio Napolitano. Lunedì il presidente ha confermato che resterà al Colle fino alla fine del semestre italiano di presidenza, ovvero il 31 dicembre. Ma dietro le quinte la corsa al toto candidato è già partita. Ieri «Il Fatto Quotidiano» ha dato risalto a una dichiarazione del figlio di Riccardo Muti, Domenico, che rivelava di una proposta di Matteo Renzi al padre per il Quirinale. «È una proposta seria del premier, ne abbiamo parlato in famiglia», avrebbe detto Domemico Muti. Ieri la smentita di Palazzo Chigi che tra l’altro precisava che il premier non sente il maestro da anni. Lo stesso Muti del resto da Firenze ha ribadito di voler continuare a dirigere: «A ciascuno il suo mestiere». «Noi abbiamo bisogno di un presidente della Repubblica che sappia tenere il volante: questo paese è ancora sulle curve, siamo ancora in una situazione delicata, non facciamo stravaganze», commenta Pier Luigi Bersani.

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