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Pescara, 24/11/2024
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Data: 04/12/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Landini: «Le nostre idee per uscire da questa crisi». Il leader nazionale della Fiom Cgil ieri mattina a Pescara

PESCARA Mattinata pescarese per il leader nazionale della Fiom, Maurizio Landini, presente ieri all’attivo regionale del sindacato dei metalmeccanici Cgil. «Il Governo rifiuta il confronto non solo con il sindacato -ha detto Landini- , ma anche con il Parlamento, con il continuo ricorso alla fiducia. Un atteggiamento di chi non vuole confrontarsi, discutere. Noi abbiamo un'altra idea sul come si esca da questa crisi, abbiamo proposte molto concrete su tutti i temi. Tra le nostre priorità c’è la lotta alla precarietà, oltre a una nuova legge sugli appalti. E trovo sbagliato andare verso una riduzione generalizzata delle tasse a tutte le imprese, a prescindere: fare politica industriale vuol dire avere una logica selettiva. I soldi pubblici e gli aiuti devono essere dati a quelle imprese che tengono qui le produzioni, che non delocalizzano, non chiudono, non licenziano. Darli in modo generalizzato vuol dire spendere male i soldi».
ILVA E AST
Poi, sull’Ilva: «Un intervento pubblico deve essere pensato avendo una visione del futuro e dei settori che sono considerati strategici. La vicenda Ilva ha questo significato perchè un Paese, per rimanere industriale, deve avere un'industria siderurgica degna di questo nome. Non possiamo pensare che si scarichino sulla collettività i debiti o si venda al primo gruppo straniero, di fatto regalando l'azienda. Io penso che un intervento pubblico significa avere manager seri, fare investimenti, recuperare soldi portati all'estero e determinare le condizioni di un accordo internazionale che non sia una svendita. Può essere una opportunità chiedendo ai privati lo stesso impegno, perchè far ripartire gli investimenti vuol dire che il pubblico deve ricominciare ad investire, ma anche che i privati ricomincino ad investire nel Paese».
Infine sull’accordo Ast: «E’ stato ottenuto grazie alla strenua lotta dei lavoratori. E’ un buon accordo perchè cambia radicalmente il piano industriale: si prevedono investimenti su quattro anni, due forni attivi e un milione di tonnellate d'acciaio. Non ci sono licenziamenti ma solo uscite volontarie e sono anche tutelate le condizioni di lavoro perchè si sono mantenuti aspetti salariali importanti. Siamo riusciti a migliorare la mediazione proposta dal Governo, che è comunque stata importante perchè è un segno dell'impegno diretto del Governo in politica industriale».

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