L’AQUILA Poco ci manca che si prendano a colpi di «gufi» o «rosiconi». Oppure «professionisti della tartina», sempre per usare le parole del loro leader Matteo Renzi. Oppure, semplicemente, che facciano ricorso all’ornitologia. Nel senso della divisione tra falchi e colombe. Le risorse della ricostruzione, la legge di Stabilità carente, gli emendamenti che non ci sono, i risultati raggiunti (a suon di «merito mio» e di «colpa tua») spaccano il partito del premier che intanto, a meno che non decida di venire alla vigilia di Natale, finora all’Aquila non si è ancora visto. Sullo sfondo resta la ricostruzione che procede a singhiozzo. Ecco le posizioni e i distinguo nel Pd. «La vicenda dell’Aquila e della ricostruzione ha bisogno di un gruppo dirigente che trasmetta serenità e compattezza», afferma il pescarese Antonio Castricone, parlamentare del Pd. «L’immagine di solidità e unità è necessaria sempre quando si devono affrontare battaglie difficili, dato che trovare le risorse per L’Aquila significa drenarle ad altri. Trovo pertanto sorprendenti, quanto inutili, le dichiarazioni del sindaco Cialente e di altri amministratori aquilani rispetto alla conferenza stampa che tenuta insieme al vicepresidente della giunta regionale Lolli e alla senatrice Pezzopane: nessun ottimismo ma solo un’esposizione di quanto ottenuto nella legge di Stabilità, risultati che parlano chiaro. Risultati, tra l’altro, in parte già annunciati dallo stesso sindaco in un analogo momento, solo qualche settimana fa. Non c’è stata da parte nostra nessuna sottovalutazione delle criticità che riguardano la ricostruzione in Abruzzo, anzi, nei mesi scorsi è stato più volte argomento di confronto. Così come su quello che riguarda personale, macerie e nuove regole per una maggiore trasparenza nella ricostruzione privata, ho personalmente presentato numerosi emendamenti alla legge di Stabilità e avviato un confronto serrato col governo che spero sia utile per il lavoro da fare ora al Senato. Seppur amareggiato per una polemica alimentata anche da esponenti politici i cui parlamentari di riferimento non hanno avanzato alcuna proposta o soluzione ai problemi di cui parlano, non ho intenzione di fare il minimo passo indietro rispetto all’impegno preso a favore di chi sta vivendo il dramma della ricostruzione post-sisma». Reagisce anche la senatrice aquilana Stefania Pezzopane. «Altro che ottimismo. La mia battaglia parlamentare in Senato inizia da oggi stesso per far approvare gli emendamenti per L’Aquila e il cratere. Il Pd deve rivendicare con orgoglio il risultato che siamo riusciti a portare a casa, con la legge di Stabilità: risorse certe fino al 2018 per la ricostruzione. Una programmazione inedita fino a questo momento per il post- sisma, che mai nessun governo era riuscito a garantirci. Ad eccezione del governo Letta, con gli emendamenti inseriti nel decreto emergenze, nessun altro prima di Renzi aveva mai programmato risorse certe. Questa legge di Stabilità rappresenta una svolta. Un risultato che va rivendicato a testa alta, perché è frutto di un lavoro incessante, di mesi di trattative con il governo. La conferenza stampa di qualche giorno fa alla Regione», continua Pezzopane, «non può essere equivocata. In quella sede sono stati illustrati i risultati parziali ottenuti dai deputati Pd. E su quello che manca sono ora mobilitata io in Senato. So bene che nella legge di Stabilità ci sono ancora lacune da colmare, e mi riferisco agli emendamenti che non sono passati in Commissione Bilancio alla Camera. Ho espresso il mio rammarico e il mio dissenso nei confronti delle scelte fatte a Montecitorio, ma ho anche apprezzato il lavoro di Castricone, che almeno ci ha messo la faccia, a differenza di altri. Ora toccherà a me, in Senato, proseguire la battaglia. Lo farò coinvolgendo i gruppi parlamentari e incalzando il governo, con la stessa determinazione che ho usato in passato con altri esecutivi, in stretta collaborazione con i sindaci dell’Aquila e del cratere. Quanto alla legge di ricostruzione, il discorso non è stato affatto archiviato. La bozza predisposta da Legnini è stata depositata alla presidenza del Consiglio. Si tratta di un documento di partenza, che va ampliato con le numerose sollecitazioni arrivate dal territorio. Ho intenzione di presentare un testo completo. Trovo tuttavia patetico che a sollecitare la legge siano esponenti di partito che, fino a poco fa, hanno sempre osteggiato la necessità di una legge sulla ricostruzione. Lo hanno fatto opponendosi alla legge di iniziativa popolare, così come a qualsiasi altro tentativo di proposta normativa, affermando che il testo del decreto post-sisma e le successive innumerevoli ordinanze fossero esaustive».