L’AQUILA Un appello alla Regione per aprire un confronto sulle strategie da adottare per i servizi (sanità, trasporti, lavoro) evitando che i tagli vadano a minarne la qualità provocando lo spopolamento delle aree interne. A lanciarlo il segretario provinciale della Cgil Umberto Trasatti e la segretaria dello Spi, Loretta Del Papa, che hanno indicato come modello di riferimento la strategia nazionale per le aree interne elaborata dal Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica. I punti di partenza del percorso riguarderebbero la distanza da ospedali sedi di Dipartimento emergenza e accettazione, i vincoli di accessibilità nel ricorso all’assistenza ospedaliera e l’adeguata garanzia di equilibrio di integrazione delle funzioni tra ospedale e servizi territoriali. Stando alla programmazione occorrerà una stima del bisogno e il monitoraggio delle funzioni di tutela delle aree interne calibrando l’offerta dei servizi territoriali. La Cgil ha snocciolato i numeri dello spopolamento delle aree interne dove la popolazione, dal 1971 al 2011, si è ridotta del 42,8%, nei territori periferici del 23,9%. Dal 2001 al 2011 invece nei territori ultraperiferici la popolazione residente è scesa del 13,4% e nei territori periferici del 4,6%. Trasatti, che intende avviare un confronto con enti locali e Regione ha spiegato. «Siamo costretti a fare i conti con la chiusura delle guardie mediche, che riguardano in particolare Pizzoli, Barete, Barisciano e Gioia dei Marsi. È in discussione la chiusura del punto nascite di Sulmona. Bisogna fare riflessioni su queste decisioni prese in contraddizione con le linee guida a livello nazionale per le aree interne. Vorremmo affrontare la questione dei servizi e altro. Le risposte dovranno essere concordate, partecipate e di qualità». Auspicando decisioni partecipate, Del Papa ha detto: «I servizi diminuiscono e noi non siamo convinti della qualità e dell’efficienza del servizio stesso. Le zone interne hanno bisogno di gente che vi abita. Ci convince nel metodo la strategia nazionale delle aree interne perché punta a evitare perdite della popolazione e i servizi alla salute, per questa strategia, sono fondamentali». Il Comune di Pizzoli, in una nota, rassicura i cittadini. «Nessun servizio è stato tolto. È solo cambiata la modalità di erogazione. I cittadini di Pizzoli continueranno a usufruire del servizio che ora si chiama “continuità assistenziale” rimodulato e riorganizzato col numero unico 0862-3485790 dove risponde un operatore che, a seconda del bisogno, provvederà a inviare un’ambulanza 118 o il medico di guardia disponibile. Questo in tutto il distretto. Non si sposta il paziente in ambulatorio ma è il medico che va a casa sua, se necessario». Tuttavia, in una nota, Natalia Laglia dell’Auser ribadisce «i forti disagi per anziani e persone svantaggiate dalla chiusura delle guardie mediche»