PESCARA «Si va avanti con la filovia». È stato chiaro, il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, al suo ritorno da Bruxelles, dopo la chiusura dell’Apts, l’azienda partecipata olandese che produce Phileas, il modello di filobus che la Gtm e la Balfour Beatty avrebbero dovuto acquistare per il tracciato filoviario del primo lotto, che va Montesivano a Pescara passando per la Strada parco. Poche parole per indicare l’unica strada percorribile, secondo il capo della Regione. Per il presidente, il contratto non darebbe spazio a interpretazioni che siano diverse dall’adozione di una filovia, come stabilito dal finanziamento del Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, quando appunto nel 2007 si decise per il mezzo elettrificato, 12 anni dopo lo stanziamento previsto per un trasporto pubblico che avrebbe dovuto congiungere Montesilvano a Francavilla. E che sia questa la strada da seguire, quella di andare avanti con la filovia, è la posizione sulla quale converge anche il presidente della Gtm, Michele Russo. Pur se, va sottolineato, ufficialmente ancora nessuna comunicazione di chiusura o di cessazione di produzione di Phileas sia arrivata dall’Apts, come riferisce Russo. «Secondo quanto disposto dalla legge, poiché di legge si tratta, essendo un appalto pubblico», precisa il presidente della Gtm, «per il primo lotto in via di realizzazione, e per il quale sono stati già spesi i due terzi dei finanziamenti previsti, non si può derogare da quanto già stabilito. Ovvero che si dovrà realizzare una filovia». Su quale tipo di filobus ora la decisione verrà dirottata, probabilmente se ne saprà di più la settimana prossima, quando, mercoledì, a Milano ci sarà un incontro tra Russo e la Balfour Beatty, la quale finora, però, ha tenuta la bocca cucita sulla vicenda. Insomma, nessuna alternativa al filobus, come chiesto nei giorni scorsi alcune associazioni cittadine, che avevano proposto mezzi ibridi per evitare pali e fili sulle strade. «Per poter rinunciare alla filovia», spiega ancora Russo, «si dovrebbe essere di fronte a una causa di forza maggiore, come un terremoto, qualcosa cioè che sconvolga il territorio». Debiti scongiuri a parte, Russo poi replica anche alle osservazioni del vice sindaco Pd Enzo Del Vecchio, che aveva definito ora «inutile» l’apposizione del cemento armato su corso Vittorio Emanuele, utilizzato per far fronte al peso di Filò, il nome più comune di Phileas. «Il cemento armato non è stato apposto per il filobus, in quanto quest’ultimo, distribuendo il suo peso su più assi, viene a pesare meno di un autobus. Il cemento armato invece è stato messo sul Corso», continua Russo, «per via del passaggio continuo di più mezzi pubblici pesanti e dunque per evitarne l’usura». Detto più tecnicamente, per non fare in modo che si formino le «ormaie», dei solchi sull’asfalto. «Pertanto», conclude Russo, «il cemento armato servirà anche se non dovesse passare la filovia».