Gentile Direttore, una volta approvata la fusione delle tre aziende pubbliche esercenti il trasporto pubblico locale in Abruzzo, entrerà nel vivo la fase operativa della effettiva unificazione di linee, uffici e funzioni, il cui principio-guida dovrà essere la razionalizzazione del sistema e l'implementazione delle risorse interne, in vista dell'innalzamento della qualità del servizio e del miglioramento dei risultati economico-finanziari. Appare ineludibile l'adozione di criteri di organizzazione dei servizi rivolti ad una marcata estensione della soglia di utenza, creando le premesse di un deciso incremento di interesse dell'intera popolazione abruzzese a servirsi del mezzo pubblico, lasciando in garage la vettura privata. Ciò comporta l'abbandono dell'attitudine "sovietica" ad accontentarsi di "far circolare gli autobus", tuttora perseguita con spirito vetero-statalista a scapito di ogni necessità di radicale svecchiamento del servizio, dal momento che alla dimensione sociale deve inevitabilmente abbinarsi il fattore commerciale quale elemento virtuoso di bilanciamento finanziario. Naturalmente sarà necessaria una rigorosa spending review che abbatta sensibilmente i costi legati alle prestazioni e consulenze esterne, troppo spesso frutto di inopportuni ed improvvidi indirizzi di natura, per così dire, politica,obiettivo sicuramente possibile in quanto in tutte e tre le aziende riunite sono presenti ingenti risorse professionali in grado di far fronte ad ogni situazione. In tale contesto la realizzazione e la gestione della futura linea filoviaria Monteslvano-Pescara è da considerare strategica.
Ermanno Falco, Montesilvano
Gentile Direttore, nella sempre più misteriosa vicenda della filovia di Pescara, non c'è stato fin qui alcun esponente dell'amministrazione uscente che abbia avuto il decoro di ammettere l'errore evidente di lasciar disperdere i preziosi fondi pubblici disponibili per la mobilità cittadina. Si è scelto di chiudere gli occhi, persino le orecchie, al cospetto delle troppe discrasie progettuali e contrattuali rilevate in tempo utile e tempestivamente divulgate, in tutti i modi, dai più attenti comitati. Neppure oggi, quando si rileva ahimè il preoccupante fallimento della società olandese che costruisce Filò, anch’esso celato e sottostimato.
Ivano Angiolelli, via mail
RISPONDE IL DIRETTORE MAURO TEDESCHINI
Parere personale: la filovia va finita, non si può arrivare a buon punto e buttare tutto.