Sulla vicenda dei lavoratori della Fratarcangeli da riassorbire la Cisl fa “tana” all’assessore comunale Piero Romanelli e al Comune di Teramo. O almeno così pare. Il sindacato difatti contesta piazza Orsini che nel bando di gara per l’affidamento del servizio scuolabus, nell’occhio del ciclone, non abbia previsto garanzie e clausole ad hoc per il riassorbimento dei 22 attuali addetti, malgrado Romanelli abbia dichiarato alla stessa Cisl che si sia impegnato per risolvere la situazione.
A detta del sindacato l’impegno va tradotto in fatti concreti perché appunto si modifichi «senza indugio» il bando prima delle presentazioni delle offerte. «Il parere negativo alla richiesta della Cisl- commenta il segretario di categoria Alberico Maccioni- espresso dall’Avvocatura comunale, citato dall’assessore Romanelli e che ha puntualizzato l’impossibilità del Comune di obbligare il nuovo contraente ad avvalersi del personale attualmente utilizzato nel servizio, appare privo di fondamento e non supportato dalla normativa nazionale e comunitaria attualmente vigente in materia. Infatti, sia il Codice degli appalti pubblici che il decreto legislativo in materia di contratti di lavoro, stabiliscono che gli enti, compreso quelli locali come il Comune di Teramo, possono legittimamente prevedere clausole e norme sociali imperative per le imprese partecipanti che obbligano al riassorbimento dei lavoratori già impiegati presso l’impresa uscente». Anche altri organismi avrebbero confutato quella che è la tesi di piazza Orsini sui contratti pubblici, tra cui la stessa Ue. Maccioni smentisce così l’Avvocatura del Comune a sua volta «clamorosamente smentita dal D.Lgs 276/2003, dalla legge sugli appalti, dalla normativa europea e dalle autorità governative sui contratti pubblici e questo, se trattasi di una grossolana svista, non è certo comprensibile quando in gioco c’è il destino di 22 lavoratori e delle loro famiglie che giornalmente effettuano il loro servizio».