L’AQUILA Il viaggio è appena iniziato: l'approvazione a notte fonda, all’Emiciclo, della legge regionale sull’azienda unica del trasporto pubblico locale, che prevede la fusione per incorporazione di Arpa, Gtm e Sangritana, è infatti solo un passo, il primo e propedeutico, alla riorganizzazione del settore. Tecnicamente ora i rispettivi consigli di amministrazione delle tre società avranno sessanta giorni per procedere alla fusione e presentare un piano industriale alla Regione ed è da quel documento, che l'opposizione ha chiesto e ottenuto che passasse al vaglio del consiglio, fatto salvo il rispetto del codice civile e l'autonomia della nascente società, che si capirà la direzione che prenderà questo «viaggio».
SACRIFICI
I sacrifici da fare, d'altronde, sono tanti, perché sul settore trasporti sono attesi tagli consistenti sia dal budget regionale (10 milioni di euro in meno rispetto al 2014), sia dai trasferimenti statali (che dagli attuali 132 milioni potrebbero assestarsi sui 120, anche se la trattativa con il Governo è ancora in corso). D'altro canto, all'orizzonte, in realtà dietro l'angolo, c'è la data del 2016, quando la nuova società pubblica di trasporto abruzzese dovrà confrontarsi con le gare d'ambito e la concorrenza dei colossi francesi e olandesi e soprattutto con i costi standard da rispettare. La sfida è troppo grande perché si potesse immaginare di affrontarla con un servizio parcellizzato, per questo la legge, martedì scorso, è stata accolta da maggioranza e opposizione con favore. La fusione permetterà risparmi e darà solidità alla società per affrontare la sfida che, oltretutto, non corre solo sui binari e le strade abruzzesi. Non a caso l'intermodalità sui temi trasportistici e portuali è uno dei punti cardine della convenzione con la Regione Molise, del progetto di Euroregione Adriatico-Ionica, della costituzione dell'Autorità portuale unica di tipo consortile e finanche al potenziamento della mobilità ciclopedonale, tutti obiettivi inseriti nel Dpfer (documento di programmazione economica e finanziaria) approvato anch'esso, a tempo record, martedì scorso all'Emiciclo.
DPEFR E CAMBIAMENTO
«Con l'approvazione del Dpefr -commenta l'assessore al Bilancio, Silvio Paolucci- diamo corpo al cambiamento, avviamo una riforma profonda dell'ente e inauguriamo una nuova pagina di partecipazione, avendo condiviso da subito l'impianto del documento con tutti gli stakeholders, dai sindacati alle imprese». Una fetta consistente della programmazione, oltre ai trasporti, la occupa ovviamente la sanità (che rappresenta l'81% del bilancio regionale). La giunta D'Alfonso ha previsto investimenti per oltre 100 milioni di euro: 40 per la residenzialità, 25 per le case salute, 10 per le emergenze-urgenze, 10 per la telemedicina, 10 per l'Adi, 5 per le liste d'attesa e poi ancora 25 milioni per le strutture ospedaliere e 12 milioni per la compartecipazione ai ticket sanitari. E poi il lavoro: in cinque anni, scrive l'esecutivo D'Alfonso, dovranno crearsi 50mila nuovi posti di lavoro per allineare il tasso di disoccupazione alle regioni del Centro-Nord. Per questo sarà necessaria una «Regione facile», che semplifichi e unifichi le procedure, dialoghi con le imprese e le sostenga quanto possibile. Come la scelta di introdurre meccanismi premianti per chi apre attività produttive nei Comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti o quella di dare bonus alle imprese che assumono a tempo indeterminato.