ROMA Una lunga riunione ieri a Palazzo Chigi non è bastata a sciogliere tutti i nodi. A cominciare dall’intesa con le Regioni sui tagli che non è ancora stata trovata. Su molti punti della legge di Stabilità, governo e Parlamento continuano a cercare una quadra in attesa della presentazione degli emendamenti dell’esecutivo, attesi per oggi, dopo le 3.800 proposte di modifica dei gruppi parlamentari. Una cosa comunque, ormai appare certa. La nuova «Local tax» che dovrà sostituire Imu e Tasi non entrerà nella manovra. Se ne riparlerà a gennaio con un decreto apposito. Così come ad altri provvedimenti saranno rinviate le modifiche alle pensioni e il canone della Rai in bolletta. Ma nel passaggio al Senato delle novità ci saranno. La tassazione sui conferimenti ai fondi pensione, portata dal governo dall’11,5% al 20%, sarà fatta scendere al 17%. Ieri il relatore del Pd alla manovra, Giorgio Santini, ha ammesso che si sta cercando di limare il prelievo di qualche altro punto, portandolo fino al 15%. Ma non è semplice. Ogni punto in meno di tassazione costa alle casse dello Stato 38 milioni di euro. Una modifica, poi, dovrebbe riguardare la decontribuzione di tre anni per i neo assunti. Oggi è riservata soltanto ai contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti legati al jobs act. Il governo sarebbe intenzionato ad allargarla anche ad alcuni lavori stagionali, come quelli agricoli. Modifiche dovrebbero arrivare anche sulla tassazione delle partite Iva. Il reddito massimo al quale sarà applicata l’imposta fissa del 15% salirebbe fino a 20-25 mila euro. In arrivo modifiche anche sul settore dei giochi. La gara per il gioco del Lotto, prevista per il 2016, sarà anticipata al 2015, mentre il «pay out», ossia le somme restituite ai giocatori dalle slot machine, saranno riportate al 74% dal 70%. I 300 milioni che verranno a mancare saranno recuperati con una modifica sugli aggi dei concessionari. Non dovrebbe entrare in manovra, invece, l’intervento sui «macchinari imbullonati», su cui i Comuni chiedono il pagamento dell’Imu. Dovrebbero essere esentati con un provvedimento amministrativo ad hoc.
LE ALTRE MODIFICHE
Non ci sono tuttavia solo gli emendamenti del governo in ballo. Anche alcune richieste dei parlamentari potrebbero essere accolte. La senatrice di Scelta Civica, Linda Lanzillotta, ha presentato due proposte di modifica che riguardano le società municipalizzate, in particolar modo quelle del Comune di Roma. L’emendamento Lanzillotta prevede che il versamento di 110 milioni di euro del contributo annuo statale al Campidoglio quale concorso agli oneri che il Comune sostiene per il ruolo di capitale, sia vincolato alla cessione delle partecipazioni di secondo livello di Ama e Atac (da Roma Multiservizi a Trambus Open), oltre che alla vendita di società come Servizi Azionista Roma, Roma Patrimonio, Alta Roma. Tutte società che dovrebbero essere cedute da un commissario entro la fine del prossimo anno. «Va accelerato», spiega la senatrice Lanzillotta, «quanto già previsto dal piano di rientro. Le partecipate vanno chiuse o cedute subito, perché non basta l’azione repressiva della magistratura, bisogna tagliare l’erba sotto i piedi della corruzione. Va fatta subito», aggiunge, «anche una due diligence sul bilancio di Roma, un bilancio fatto sotto la pressione del sistema politico che stiamo vedendo».