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Data: 12/12/2014
Testata giornalistica: Prima da Noi
L'isolamento ferroviario dell'Abruzzo - Pendolaria. Abruzzo, treni tagliati del 21%, aumento biglietti del 25%. Il rapporto di Legambiente sul servizio di trasporto ferroviario

ABRUZZO. Treni affollati, lenti, spesso in ritardo. E ancora treni soppressi, guasti improvvisi, carrozze sovraffollate senza contare i problemi di circolazione legati spesso al binario unico che causano ulteriori ritardi. È ciò che accade in Italia e in particolare nelle 10 linee ferroviarie peggiori: Roma Termini-Ciampino-Castelli Romani, la Circumflegrea, la Bergamo-Milano, la Siracusa-Ragusa-Gela, la Portogruaro-Venezia. E ancora la Catanzaro-Lido-Lamezia Terme, la Salerno-Potenza e la Campobasso-Isernia-Roma. Una situazione che non risparmia l'Abruzzo che ha subìto tagli ai servizi ferroviari, in questa regione, infatti, fra il 2011 e il 2014, il taglio è stato pari al 21%, in Campania e in Sicilia è stato del 19%. Mentre il record di aumento del costo dei biglietti dal 2011 a oggi è stato in Piemonte con +47%, mentre è stato del 41% in Liguria, del 25% in Abruzzo e Umbria, a fronte di un servizio che non ha avuto alcun miglioramento.Ci sono poi le linee cancellate, come è accaduto in Piemonte con 14 linee tagliate negli ultimi 3 anni o per il collegamento Cremona-Piacenza. Una scelta che ha portato a cambi obbligati e in alcuni casi a tempi di percorrenza raddoppiati.

È quanto segnala Legambiente che oggi lancia la Campagna Pendolaria 2014, presentando le peggiori linee ferroviarie selezionate sulla base di situazione oggettive e proteste da parte dei pendolari italiani, che ormai sono costretti a fare viaggi infernali per arrivare a destinazione.Dal 2010 a oggi complessivamente si possono stimare in Italia tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario regionale, con differenze tra le diverse Regioni, ma dentro un quadro in cui diventa ogni giorno più difficile salire su un treno. A rendere evidente la situazione sempre più complicata che vivono i pendolari sono i tagli realizzati nelle diverse parti del Paese, con la riduzione del numero di treni lungo le linee, a cui si è accompagnato in quasi tutte le Regioni italiane un aumento delle tariffe.

Il Rapporto Pendolaria di Legambiente, che sarà presentato il 18 dicembre, evidenzia che rispetto al 2009 le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% e le Regioni, a cui sono state trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, in larga parte dei casi non hanno investito né in termini di risorse né di attenzioni per recuperare la situazione. «Nel vedere la nostra regione», commenta il Presidente di Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco, «subire tagli ai servizi e nel contempo avere un aumento dei costi non si può non porre l'attenzione su questo tema anche per tutti i risvolti negativi che comporta. Chiediamo un impegno concreto alla Regione Abruzzo, tenendo anche conto della recente fusione tra le società regionali dei trasporti pubblici, Arpa, Gtm e Sangritana, per migliorare la viabilità su rotaie. Un segno tangibile di una scelta che guarda a un futuro sostenibile e rispettoso dell'ambiente».

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