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Pescara, 24/11/2024
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Data: 12/12/2014
Testata giornalistica: La Stampa
Treni, ecco le 10 linee ferroviarie peggiori d’Italia per i pendolari. L'Abruzzo è la Regione italiana che in assoluto ha tagliato più servizi nel periodo 2010/2014 e viene subito dopo Piemonte e Liguria per quanto attiene l'aumento delle tariffe (Guarda la tabella)

Legambiente ha elaborato una selezione delle tratte con i maggiori problemi e chiede a Governo e Regioni che s’impegnino per migliorare il trasporto pubblico su ferro

La vita dei pendolari non migliora. Anzi. Resta difficile, stressante e sempre più incerta. Legambiente ha stilato una classifica delle dieci peggiori linee ferroviarie d’Italia e l’ha presentata nell’ambito della “Campagna Pendolaria 2014”, dedicata alla mobilità sostenibile e ai diritti di chi ogni giorno si sposta in treno. Il quadro che emerge è triste: ci sono meno treni, spesso in ritardo, soppressi, con carrozze vecchie e sovraffollate oltre ai problemi di circolazione legati spesso al binario unico che causano ulteriori ritardi.



Nella black-list ci sono: la Roma Termini-Ciampino-Castelli Romani, la Circumflegrea, la Bergamo-Milano, la Siracusa-Ragusa-Gela, la Portogruaro-Venezia. E ancora la Catanzaro-Lido-Lamezia Terme, la Salerno-Potenza e la Campobasso-Isernia-Roma. A queste si aggiungono le linee cancellate, come è accaduto in Piemonte con 14 linee tagliate negli ultimi 3 anni o per il collegamento Cremona-Piacenza.



L’associazione ambientalista ribadisce che la situazione del trasporto ferroviario regionale rispecchia quanto hanno fatto in questi anni Regioni e Governi : “Altro che Sblocca Italia - dichiara il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – per i pendolari il servizio, in larga parte delle Regioni, è andato peggiorando e continuerà a vedere tagli per la riduzione e l’incertezza delle risorse. Per quei tre milioni di cittadini che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare o gli studenti per raggiungere scuole e università, la situazione diventa sempre più difficile a causa di treni troppo spesso vecchi, lenti e in ritardo”.



Secondo Legambiente dal 2010 a oggi complessivamente si possono stimare in Italia tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario regionale e un aumento delle tariffe. “Drammi giornalieri si vivono sulle linee della Campania, del Veneto, del Piemonte o del Lazio. È vergognoso - aggiunge Zanchini - che il Governo non intervenga e che gli stanziamenti erogati dalle Regioni per questo servizio siano talmente risibili da non arrivare in media nemmeno allo 0,35% dei bilanci. Governo e Regioni devono impegnarsi concretamente per migliorare il trasposto pubblico su ferro”.



Altri dati che emergono dal Rapporto Pendolaria, che Legambiente presenterà nel dettaglio il prossimo 18 dicembre, sono che rispetto al 2009 le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% e le Regioni, a cui sono state trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, in larga parte dei casi non hanno investito né in termini di risorse né di attenzioni per recuperare la situazione.

Fra il 2011 e il 2014 il taglio ai servizi ferroviari è stato pari al 21% in Abruzzo e al 19% in Campania e Sicilia. Mentre il record di aumento del costo dei biglietti dal 2011 ad oggi è stato in Piemonte con +47%, mentre è stato del 41% in Liguria, del 25% in Abruzzo e Umbria, a fronte di un servizio che non ha avuto alcun miglioramento.

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