L’AQUILA I consiglieri comunali Emanuele Imprudente, Giorgio De Matteis (L’Aquila Città Aperta), Luigi D’Eramo, Vito Colonna (Prospettiva 2022) e Daniele Ferella (Tutti per L’Aquila), in un documento, vanno all’attacco della giunta comunale di centrosinistra. «Le bugie e i fallimenti dell’amministrazione guidata dal sindaco Cialente oramai si registrano con frequenza pressoché quotidiana. Si potrebbe persino tenere un bollettino dei danni che continua a infliggere alla città. È notizia di questi giorni che l’Enac, ente che non può certo essere annoverato tra i gufi e gli sciacalli nemici degli aeroporti, ha prorogato fino al 6 marzo 2015 lo stop all’autorizzazione ai voli commerciali dall’aeroporto di Preturo. Di fatto una revoca dovuta, come è di tutta evidenza, alle inchieste e alle ombre che si addensano sulla gestione dello scalo, per il quale, a fronte dei milioni di euro di danaro pubblico sperperati in questi anni e degli oltre centomila passeggeri che avrebbero dovuto transitarvi, sono salpate appena sette persone, compreso l’amministratore delegato della società che gestisce lo scalo. Appena l’altro giorno il sindaco, dopo aver sbandierato durante una seduta del consiglio comunale, con raro tempismo, di aver trovato una soluzione per la guida dell’Ufficio ricostruzione, ha serenamente fatto sapere che la firma del segretario generale Pirozzolo, da lui messo pro tempore a capo della struttura, non vale un fico secco per la Banca d’Italia che la riconosce, probabilmente solo per carità cristiana, ai fini del pagamento degli stipendi. Insomma, Pirozzolo non può neanche autorizzare il pagamento delle bollette della luce, figuriamoci dei contributi per la ricostruzione». «E intanto», proseguono gli oppositori, «il governo se ne infischia e Renzi non si vede, impegnato a fronteggiare il dissenso interno al Pd e il malumore, ormai sempre più fuori controllo, delle piazze. Cialente dovrebbe chiedere scusa agli aquilani e al Paese e magari fare finalmente un passo indietro, anziché continuare, con rara faccia tosta, a propinare false promesse».