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Pescara, 24/11/2024
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Data: 16/12/2014
Testata giornalistica: Prima da Noi
Ennesimo bluff per l'Aeroporto di Preturo, si allunga lo stop dell’Enac per i voli commerciali. Fino al 6 marzo nessuna autorizzazione

L’AQUILA. L’Enac ha prorogato fino al 6 marzo 2015 lo stop all’autorizzazione ai voli commerciali dall’aeroporto di Preturo.
A metà ottobre lo scalo era stato chiuso al traffico commerciale dall'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, e lo stop era previsto fino al 20 gennaio 2015. Una brusca frenata arrivata dopo il sequestro e i 6 avvisi di garanzia notificati per traffico illecito di rifiuti speciali e discarica abusiva (per 20mila metri quadrati).
Secondo gli inquirenti attraverso dei mezzi pesanti, sarebbero stati illecitamente trasportati, scaricati e smaltiti, senza le prescritte autorizzazioni, ingenti quantitativi di macerie (mattonelle - mattoni - marmi - plastiche - tubi - calcestruzzo - ferro - asfalto, etc...), poi uniti a della terra di risulta, all'interno di una zona interna divenuta una discarica abusiva. Ora questa proroga di interdizione non lascia presagire nulla di buono per la vita dello scalo aquilano.
«Di fatto», commentano i consiglieri comunali Emanuele Imprudente, Giorgio De Matteis (L’Aquila Città Aperta), Luigi D’Eramo, Vito Colonna (Prospettiva 2022), Daniele Ferella (Tutti per L’Aquila), «questa è una revoca dovuta, come è di tutta evidenza, alle inchieste e alle ombre che si addensano sulla gestione dell’aeroporto, per il quale, a fronte dei milioni di euro di danaro pubblico sperperati in questi anni e degli oltre centomila passeggeri che avrebbero dovuto transitarvi, sono salpate appena sette persone, compreso l’amministratore delegato della società che gestisce lo scalo».
«Solo qualche giorno fa», denunciano ancora i consiglieri, «il sindaco Massimo Cialente, dopo aver annunciato durante una seduta del Consiglio comunale, con raro tempismo, di aver trovato una soluzione per la guida dell’Usra, ha serenamente fatto sapere che la firma del segretario generale Pirozzolo, da lui messo pro tempore a capo della struttura, non vale un fico secco per la Banca d’Italia che la riconosce, probabilmente solo per carità cristiana, ai fini del pagamento degli stipendi. Insomma, Pirozzolo non può neanche autorizzare il pagamento delle bollette della luce, figuriamoci dei contributi per la ricostruzione. E intanto il Governo se ne infischia e Renzi non si vede, impegnato a fronteggiare il dissenso interno al Pd e il malumore, ormai sempre più fuori controllo, delle piazze. Cialente dovrebbe chiedere scusa agli aquilani e al Paese e magari fare finalmente un passo indietro, anziché continuare, con rara faccia tosta, a propinare false promesse».

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