ROMA Il mondo dei giochi è in subbuglio. Quello del governo è considerato un attacco a freddo. Un modo mascherato per chiudere, definitivamente, il settore delle slot machine, un comparto che da solo assicura ogni anno quattro miliardi di entrate allo Stato. Per capire cosa sta succedendo, bisogna leggere con attenzione l’emendamento 3.4102 del governo alla Stabilità. Una norma che pone a carico della «filiera» delle Slot machine e delle Videolotteries, una tassa aggiuntiva da 500 milioni l’anno. Sembra una briciola nel mare dei 46 miliardi che il settore, secondo le stime di Agipronews, raccoglierà nel 2014. Ma la realtà è più complessa. Di questi 46 miliardi buona parte, un po’ meno di 40 miliardi, ritornano ai giocatori come vincite. Un’altra parte la incassa lo Stato con il Preu, il prelievo unico erariale, mentre alla «filiera», nel suo complesso, va circa l’11% della somma. Sono, si potrebbe dire, pur sempre circa 4 miliardi.
I PROVENTI
Buona parte di questi, il 6,5-7% circa, va ai punti vendita dove le macchinette sono collocate, un 2,5-3% va ai cosiddetti «scassettatori», che in pratica sono i manutentori, quelli che materialmente raccolgono i soldi dalle macchinette e li versano ai concessionari decurtati di vincite e compensi di filiera. Ai concessionari come Lottomatica, Sisal, Bplus, Codere, spetta l’1-1,5%. Qual è il punto? L’emendamento del governo prevede che a pagare i 500 milioni debbano essere questi ultimi per poi farsi restituire i soldi dagli altri attori del sistema. «Una situazione», spiega Massimo Passamonti, presidente di Sistema Gioco Italia, la Confindustria dei giochi, «insostenibile. I concessionari», spiega Passamonti, «non hanno i soldi per versare i 500 milioni, visto che tutti insieme fatturano 650 milioni di euro e che le banche da ormai un anno hanno fermato i finanziamenti». Insomma, quello che si determinerebbe secondo Confindustria Giochi, sarebbe la «chiusura di un intero settore industriale con la perdita di 75 mila posti di lavoro». Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Cogetech, uno dei tredici concessionari delle slot machine la pensa allo stesso modo. «Non giriamoci attorno», spiega, «la decisione del governo di introdurre una tassa aggiuntiva di 500 milioni è politica e mira a cancellare un intero settore industriale, quello del gioco legale che, ogni tanto è bene ricordarlo, garantisce 4 miliardi di introito erariale». Per Passamonti l’unica alternativa sarebbe quella di ritirare l’emendamento e discutere del riassetto dei giochi all’interno della delega fiscale, così come già previsto. Senza una marcia indietro del governo le aziende, molte multinazionali straniere, sono pronte ad aprire «un contenzioso miliardario con lo Stato», reo di aver cambiato più volte in corsa i termini dei contratti. Ma il governo tira dritto. Il sottosegretario Pier Paolo Baretta ha spiegato che la Stabilità sarà approvata entro venerdì al Senato. Ieri le votazioni sono proseguite e sono stati approvati alcuni emendamenti a favore delle pmi, mentre gli ultimi nodi rimasti, le partite Iva e l’Irap, sono stati accantonati in attesa di un accordo politico.