ROMA Nel progetto di riforma della Costituzione c’è già l’idea - condivisa da più parti - di ridurre i poteri delle Regioni modificando il cosiddetto Titolo V. Ora però si sta facendo strada un’altra ipotesi ancora più radicale: ridurre il numero delle Regioni fino, quasi, a dimezzarle.
E’ la proposta dei parlamentari Pd Roberto Morassut e Raffaele Ranucci che hanno presentato un apposito disegno di legge sia alla Camera che al Senato. Ddl che potrebbe anche essere inserito nel testo di riforma della Costituzione - se ce ne saranno le condizioni politiche e tecniche - che entro gennaio dovrebbe essere votato dall’Aula della Camera.
Cosa prevede il Ddl? Innanzitutto che le Regioni siano ridotte a 12 dalle attuali 20 (o 21 se si considera che le province di Trento e Bolzano sono in realtà equivalenti a due Regioni). Novità importante anche per il Lazio che sparirebbe e per Roma che - con il territorio della sua provincia o Città Metropolitana - diventerebbe una sorta di Distretto con tutto il potere amministrativo concentrato in un solo consiglio che unificherebbe i quattro livelli attuali (Comune, Municipi, Regione e Città Metropolitana). Nella risistemazione dell’amministrazione del territorio anche alcune province cambierebbero casacca («Ma la proposta - mette le mani avanti Morassut - vuole essere una provocazione per discutere meglio di come è gestito un territorio, nessuno pretende di imporre alcunché») come quelle di Frosinone e Latina che sarebbero accorpate alla Campania o come la marchigiana Pesaro che si unirebbe all’Emilia-Romagna. Salterebbero infine le Regioni a Statuto Speciale ad eccezione di quelle delle due isole principali e parzialmente, con modalità da concordare per via della presenza di un accordo internazionale con l’Austria, della provincia di Bolzano.
I DETTAGLI
Ma andiamo con ordine delineando la nuova geografia regionale ipotizzata dal Pd. Ecco le 12 Regione dopo gli accorpamenti. La prima è la Regione Alpina che sarebbe composta da Piemonte, Liguria e valle d’Aosta. La Lombardia resterebbe così com’è con i suoi 9 milioni di abitanti. Poi ci sarebbe il Triveneto (Veneto, Friuli e Trentino Alto Adige con le regole particolari per la provincia di Bolzano) mentre l’Emilia Romagna guadagnerebbe il territorio della provincia di Pesaro.
La Regione Appenninica sarebbe composta da Toscana, Umbria e provincia di Viterbo mentre la Regione Adriatica nascerebbe sulle ceneri di Marche e Abruzzo più province di Rieti e Campobasso. Alla Regione Tirrenica apparterebbero l’attuale Campania più Frosinone e Latina, la Levante sarebbe composta dalla Puglia, unita alle province di Isernia e Matera mentre la Ponente sarebbe composta da Calabria e provincia di Potenza.
Ci sarebbero, infine, le due isole e il Distretto-Regione di Roma Capitale che - come detto - ruoterebbe intorno ad una forte semplificazione amministrativa in quanto tutti i poteri amministrativi sarebbero concentrati in un unico consiglio elettivo e dunque nella mani di un super-sindaco. «Il nostro obiettivo principale è quello di aprire una discussione sul tema - spiega ancora Morassut - E’ del tutto evidente che Regioni piccole non hanno più molto senso. Quindi non si tratta solo di accorpare per risparmiare ma di semplificare per governare meglio il territorio».