FIRENZE Una bottiglia incendiaria con tanto di innesco e fiammiferi attaccati lasciata vicino ai binari della linea di alta velocità Firenze-Roma. Inesplosa. Probabilmente, una seconda bottiglia che ha originato un incendio in un altro pozzetto di cavi elettrici, dalla parte opposta della galleria, e ha mandato in tilt il traffico ferroviario proveniente da sud. È accaduto all’alba di ieri, presso la galleria di San Donato a Rovezzano. La digos è alle prese con le indagini. Non c’è alcuna rivendicazione ma il blitz incendiario farebbe pensare ad un’azione dimostrativa. L’obiettivo era probabilmente l’interruzione del traffico ferroviario in entrambe le direzioni. Sono stati i tecnici Trenitalia ad accorgersi, intorno alle 5,30 del mattino, di un incendio alla centralina a Rovezzano, grazie all’allarme automatico che scatta in questi casi: sul posto sono intervenuti subito addetti di Rfi, agenti della polfer e vigili del fuoco. L’incendio è stato spento e i tecnici si sono messi al lavoro. Si pensava ad un guasto, magari un corto circuito all’origine dell’incendio nel pozzetto dei cavi. La zona è stata passata al setaccio e poco dopo gli agenti hanno trovato una bottiglia in plastica, piena di liquido infiammabile, con accanto dei pezzi di diavolina. Ma quest’ultima non era esplosa. È scattato l’allarme, sul posto è arrivata la polizia scientifica e gli uomini della digos che hanno avviato le indagini. Ora vengono passate al setaccio le immagini delle telecamere nella zona. L’incendio nel pozzetto di cavi ha provocato ritardi - anche di oltre un’ora - dei treni sia ad alta velocità, sia regionali provenienti da Roma, tra le 9 e le 10,30. Fino al primo pomeriggio, i tecnici di Rfi hanno lavorato per ripristinare i cavi danneggiati. Le operazioni hanno comportato ritardi più contenuti, di circa 15 minuti. Regolare invece il traffico da Firenze a Roma. Il 2 dicembre scorso una bottiglia da due litri piena di benzina e dotata di innesco era stata trovata su una gru in un cantiere per i lavori della Tav in zona Campo di Marte a Firenze. Il contenitore, una bottiglia di plastica verde del tipo di quelle usate per l’acqua, era stato sistemato su un pianale alla base della gru. La gru si trova da tempo sotto sequestro a seguito del fallimento della ditta proprietaria. Si trattava di un ordigno rudimentale ma potenzialmente funzionante. L’innesco della bottiglia, formato da diavolina collegata a dei mozziconi di sigaretta, era stato acceso ma si era spento prima che il fuoco raggiungesse i due litri di liquido infiammabile contenuti nella bottiglia di plastica.