TERAMO E' un'inchiesta che tocca diversi comuni italiani quella che ieri mattina ha visto i militari della guardia di finanza e gli agenti della polizia stradale entrare negli uffici del settore pubblica istruzione del Comune di Teramo e di altri enti della provincia ed acquisire tutta una serie di atti relativi al servizio scuolabus gestito in appalto, in questi anni, dalla ditta laziale Fratarcangeli Cocco. L'inchiesta a Teramo porta la firma del pm Davide Rosati, che nell'ambito di accertamenti su base nazionale sull’attività dell’impresa – partiti dalla Procura di Sora – vuole vederci chiaro sia sul rispetto del capitolato d'appalto sia sulla sicurezza dei mezzi utilizzati per il trasporto dei bambini, e arriva dopo diversi controlli effettuati negli ultimi mesi sugli scuolabus teramani che avrebbero fatto emergere numerose irregolarità. Se al momento sul fascicolo aperto dalla procura vige il massimo riserbo, quel che è certo è che ieri mattina gli uomini delle fiamme gialle e della polizia stradale hanno portato via dagli uffici di diversi Comuni decine e decine di atti volti a chiarire le modalità con cui in questi anni è stato gestito un servizio finito spesso al centro delle polemiche ed oggetto di proteste da parte dei genitori, sanzioni amministrative ed accesi dibattiti politici con le opposizioni consiliari che in più occasioni hanno puntato il dito contro il presunto immobilismo dell'amministrazione comunale teramana sulla delicata questione. E' da tempo, infatti, che il servizio di trasporto scolastico (la cui proroga dell'appalto alla Fratarcangeli, almeno a Teramo, scadrà proprio oggi) è oggetto di una vera e propria bufera, scoppiata in seguito ai numerosi problemi denunciati ed in parte, a quanto sembra, riscontrati dalla stesse forze dell'ordine: mezzi vetusti e senza gomme termiche, sanzioni amministrative per problemi relativi alle carte di circolazione, serbatoi che perdevano gasolio e ritardi, a settembre, nell'avvio del servizio, con ben 300 bambini lasciati a piedi, perché non era stato firmato il relativo contratto con i lavoratori. Aspetti su cui starebbe indagando la polizia stradale, mentre la guardia di inanza si starebbe concentrando sul filone relativo ad un presunto mancato rispetto, da parte dell'azienda, degli impegni previsti nel capitolato d'appalto, tra i quali la mancanza di appositi locali per il rimessaggio dei mezzi. Rimessa che non sarebbe mai esistita, tanto che gli scuolabus venivano sistematicamente parcheggiati in piazzale San Francesco. Aspetti che la procura di Teramo intende approfondire. Tutto mentre le varie amministrazioni comunali si affrettano a chiarire che l'inchiesta «non riguarda l'ente».
Romanelli e Brucchi «Siamo tranquilli»
«Come vedete non ho le manette ai polsi». Così l’assessore comunale all’Istruzione Piero Romanelli commenta il blitz di ieri mattina negli uffici della Pubblica Istruzione. Per l’assessore quanto è avvenuto rientra in una acquisizione di atti che gli inquirenti stanno portando avanti in tutta Italia nei Comuni dove la Fratarcangeli ha vinto gli appalti. «Le indagini», dice Romanelli, «riguardano esclusivamente l’azienda e non la condotta del Comune». «Tranquillo e fiducioso negli inquirenti» si è dichiarato anche il sindaco Maurizio Brucchi.