PESCARA Prima l’approvazione del bilancio, che andrà in aula oggi. Poi la grande sfida: «Da gennaio vogliamo lavorare per le imprese, con l’obiettivo di creare subito 50mila nuovi posti dei lavoro». Luciano D’Alfonso ha appena finito di stringere decine di mani al cinema Massimo di Pescara. Attraversa la sala tra due ali di folla, anche se qualche poltrona è ancora vuota al suo arrivo e questo crea qualche preoccupazione sui volti del suo staff. Ma siamo alla rappresentazione plastica di scene già viste. D’Alfonso richiama sempre tanta gente, anche in questa convention di fine anno che aveva lo scopo di fare il punto sui primi 180 giorni di governo della Regione. Il fatto è che proprio mentre il governatore annuncia un 2015 con i botti, affiancato sul palco dal vice presidente Giovanni Lolli, dal presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio e altri esponenti di Giunta, come Marinella Sclocco e Dino Pepe, all’Aquila l'assessore al bilancio Silvio Paolucci è alle prese con la stesura di cifre da brividi. Quello che non si dice, infatti, nella sala del Massimo, è che dall’ultima conferenza Stato-Regioni D'Alfonso è tornato in Abruzzo preoccupatissimo. Non si dice ancora, perché il premier Matteo Renzi non ha scoperto tutte le carte. Ma se alla Regione sarà imposto di rientrare dal disavanzo di 465milioni di euro nell’arco di tre anni, non ci sarà più trippa per gatti. In soldoni si tratta di sottrarre al bilancio dell’ente 100 milioni l'anno, che è la cifra tonda che si spende solo per pagare le spese dei dipendenti e tenere in vita gli assessorati. Un percorso che porterebbe dritto al predissesto finanziario.
Eppure D’Alfonso non ha fatto che sprizzare ottimismo nell’incontro di ieri a Pescara, dopo aver messo in elenco le cose già fatte in questi primi sei mesi di governo: lo sblocco dei finanziamenti per la Fondovalle Sangro a servizio dei colossi dell’Automotiv, l'alleggerimento della struttura tecnico-amministrativa della Regione con la riduzione del 50% dei capi struttura, la nascita della società unica dei trasporti, il progetto della banda larga ultraleggera a servizio delle zone rurali e produttive, la velocizzazione dei collegamenti ferroviari, la Macroregione. Poi quell’impegno con le imprese: «Metteremo a servizio dello sviluppo tutte le leve, anche normative, a disposizione della Regione per mantenere l’impegno preso in campagna elettorale: subito 50mila nuovi posti di lavoro che dovranno diventare 100mila entro la fine del nostro mandato».
Intanto era necessario mettere un punto fermo sui conti, come ribadisce il sottosegretario alla Presidenza, Camillo D’Alessandro, mentre l'assessore Marinella Sclocco fa sapere alla platea: «Ho ereditato un disastro sulle politiche sociali, ma oggi siamo i primi ad accedere al Fondo sociale europeo. Da gennaio avremo 142milioni per fare ripartire l’occupazione». E mentre al Massimo scrosciavano applausi, D’Alfonso veniva bersagliato di critiche dall’opposizione: Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri hanno puntato il dito «sull’ennesima figuraccia con repentina marcia indietro del presidente D’Alfonso» sui fondi ex Pain, le sette delibere di Chiodi che assegnavano quasi 17 milioni alle province abruzzesi e che D’Alfonso fece annullare in autotutela. «Di fronte a un sicuro pronunciamento dei giudici del Tar a sostegno delle nostre tesi, registriamo la marcia indietro del presidente D’Alfonso» aggiunge il consigliere Emilio Iampieri. «Questa situazione paradossale ha prodotto solo una clamorosa perdita di tempo - dice Gianni Chiodi -: 4 mesi per annullare le nostre delibere e altri 4 per tornare al punto di partenza, col rischio di perdere i finanziamenti».