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Pescara, 24/11/2024
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23/12/2014
Il Centro
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Nuove accuse a De Fanis. E spuntano altri 3 indagati. La procura: mazzette all’ex assessore regionale in cambio di spettacoli. La procura: la Zingariello, invece di lavorare, andava dal parrucchiere «Cento bottiglie di vino sottratte alla Regione» |
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PESCARA Si allarga l’inchiesta per presunte tangenti nella cultura con nuovi nomi iscritti sul registro degli indagati, piccoli imprenditori “compiacenti” che avrebbero ceduto alle richieste di soldi dell’ex assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis per organizzare spettacoli. Ma si amplia anche quella che era stata la parte più da romanzo d’appendice dell’inchiesta che portò ai domiciliari De Fanis e la sua ex segretaria e amante Lucia Zingariello perché, nell’avviso di conclusione delle indagini, a De Fanis vengono contestati una bottiglia di champagne in più pagata con la carta di credito della Regione in un caffè di Torino e, «in accordo con Zingariello», altre cento bottiglie di vino di diversa qualità destinate allo spazio della Regione Abruzzo al Salone del libro di Torino. Sette indagati e accuse che, a vario titolo, vanno dalla concussione all’induzione indebita a dare o promettere utilità e, ancora, truffa, peculato, abuso, falso e corruzione. E’ stata chiusa così la prima inchiesta che ha abbinato tangenti non ad appalti nell’edilizia ma a manifestazioni culturali e in cui, accanto ai quattro nomi iniziali, sono finiti anche Rocco Masci, 47 anni, originario di Ripa Teatina, presidente dell’associazione Ars Associazione Culturale Musicale, l’imprenditore pescarese Diego Paolini, 35 anni, e l’imprenditore Antonio Di Domenica, 42 anni originario di Atessa. I tre, insieme a De Fanis, Zingariello, al rappresentante legale dell'associazione Abruzzo Antico Ermanno Falone e al responsabile dell'Agenzia per la Promozione Culturale della Regione Rosa Giammarco, avranno 20 giorni di tempo dalla notifica dell’avviso per presentare memorie, chiedere di essere interrogati o rilasciare dichiarazioni. «Tangente al casello autostradale». C’è una presunta tangente da mille euro che Masci sarebbe stato «indotto» a pagare a De Fanis al casello autostradale di Pescara-ovest per organizzare un evento musicale al salone del libro di Torino oppure un’altra presunta tangente da 4 mila euro che Paolini sarebbe stato «indotto» a pagare all’ex assessore per il progetto Omaggio a D’Annunzio. Perno dell’inchiesta del pm Giuseppe Bellelli, che ha coordinato le indagini del Corpo Forestale, resta l’ex assessore regionale alla Cultura la cui posizione, con la chiusura dell’inchiesta, si aggrava non solo per le presunte somme contestate ma anche per i reati come quello dell’induzione indebita a dare o promettere utilità, il quarto comma della corruzione: se il 12 novembre dello scorso anno De Fanis finì ai domiciliari dopo la denuncia dell’imprenditore dello spettacolo Andrea Mascitti – «mi ha chiesto tangenti per lavorare» – la chiusura delle indagini racconta che ci sarebbero stati due imprenditori che invece si sarebbero prestati alle richieste dell’ex assessore. La Forestale, in questi mesi, ha continuato a lavorare sequestrando ad esempio quella presunta tangente da 2 mila euro che Mascitti avrebbe consegnato all’ex assessore con un tranello teso dagli investigatori ma ha ampliato le indagini anche su Zingariello, l’ex segretaria di De Fanis che condivide con lui i reati di concussione, abuso, truffa, peculato e corruzione. «9 mila euro a De Fanis e Zingariello». La coppia, ricostruisce l’accusa, sarebbe stata la destinataria di un giro di assegni sospetti perché, dice l’accusa, De Fanis e Zingariello avrebbero «ricevuto indebitamente 9 mila euro Di Domenica». L’imprenditore è un altro nome nuovo dell’inchiesta in cui sarebbe finito nelle vesti di maggiore azionista e della ditta Di. Dm Group e di amministratore unico e maggiore azionista della Colacillo Zaccardi Srl di Castiglione Messer Raimondo. Secondo l’accusa Di Domenica avrebbe dato tre assegni per un totale di 9 mila euro a De Fanis e alla sua segretaria perché interessato a una serie di appalti come la sistemazione di una rotatoria a Montazzoli – il centro di residenza di De Fanis – lavori di sub appalto dell’asilo di Montazzoli, lo sfalcio e la pulizia delle scarpate nel Comune di Fraine, la sistemazione di alcuni tratti di strade comunali di Castiglione Messer Marino e la manutenzione straordinaria del fiume Alento. In cambio, ricostruiscono gli inquirenti, De Fanis avrebbe speso la sua influenza come componente della giunta regionale ma anche come consigliere comunale del Comune di Atessa in concorso con Zingariello nelle vesti di dipendente della Regione.
«Cento bottiglie di vino sottratte alla Regione» Le confezioni erano destinate allo spazio dell’Ente al Salone del libro di Torino
PESCARA Erano destinate allo spazio della Regione al Salone del libro di Torino e, invece, secondo l’accusa, l’ex assessore regionale Luigi De Fanis «in accordo» con la sua ex segretaria Lucia Zingariello, si sarebbe «appropriato» di cento bottiglie di vino della casa vinicola Tenuta Ulisse di Crecchio. C’è un’altra accusa di peculato che unisce De Fanis, Zingariello e la responsabile dell’Agenzia per la promozione culturale della Regione Rosa Giammarco e riguarda una fornitura di vino che Giammarco avrebbe affidato all’azienda vinicola di Crecchio in occasione dell’evento di Torino: 250 bottiglie di Chardonnay, Montepulciano, Cerasuolo e Pecorino «con un preventivo di 8 euro a bottiglia per le prime 200», illustra l’accusa, mentre le altre 50 sarebbero state date in omaggio. Solo che, sempre secondo la ricostruzione della procura, De Fanis sarebbe andato direttamente nella casa vinicola di Crecchio per prendere 13 cartoni di cui tre, è scritto nell’avviso di conclusione delle indagini, li avrebbe recapitati alla Zingariello. L’inchiesta su presunte tangenti nella cultura è stata chiusa con sette indagati e alcuni episodi che erano già emersi il 12 novembre dello scorso anno, quando De Fanis e la sua segretaria furono arrestati ai domiciliari, si sono arricchiti e ampliati. Tra questi c’è un altro peculato contestato a De Fanis, l’uso “disinvolto” della carta della Regione per fini personali come due bottiglie di champagne da 244 euro consumate con altre quattro persone al Caffè Torino il 17 maggio 2013 oppure un pasto da 100 euro consumato al ristorante l’Antica Osteria Romagnola Sas di Bologna il 2 aprile 2013. Per Zingariello, 35 anni, residente a Guardiagrele, la Forestale ha invece isolato 15 episodi tra marzo e giugno dello scorso anno in cui la segretaria, con l’avallo dell’assessore, ricostruisce la procura, avrebbe fatto figurare di essere al lavoro mentre invece la donna si sarebbe recata dal parrucchiere o dall’estetista. «Il 2 aprile 2013», è scritto nell’avviso di conclusione delle indagini, «la donna timbra l’entrata alle 8.30 e l’uscita alle 16.28 mentre in realtà», scrivono gli inquirenti, «la mattina si recava dall’estetista e il pomeriggio dal parrucchiere». Secondo l’accusa, il 25 marzo 2013 la donna «risultava in missione» e, invece, ricostruiscono ancora gli inquirenti, sarebbe andata a Roma con De Fanis al ministero delle Poste per «raccomandare il fratello». Il 7 maggio, Zingariello non avrebbe timbrato il cartellino perché «risultava in servizio esterno dalle 8 alle 18 mentre a mezzogiorno era dall’estetista».
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