Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.940



Data: 23/12/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Legge di stabilità 2015 - «Sì» della Camera, la manovra è legge. 302 voti favorevoli. Show del M5S, in 3 lasciano il gruppo. Stop ai rincari di Tasi e canone, sgravi per le partive Iva

ROMA Approvata nella tarda serata la legge di stabilità. Dopo una maratona iniziata ieri mattina alla Camera, la manovra è legge. 307 voti favorevoli e 116 i contrari. La giornata è stata concitata e non priva di colpi di scena: i grillini sono stati i veri protagonisti. Tra espulsioni dall’Aula e nuovi abbandoni, il Movimento 5 Stelle si è trovato a metà tra lo show e il terremoto. Da un lato perdeva pezzi e dall’altro era sul piede di guerra per contrastare il provvedimento in esame. I pentastellati non avevano dato particolare filo da torcere né in commissione Bilancio né durante i voti di fiducia in Senato, ma sul finire hanno alzato i toni. Si sono fatti espellere a più riprese e alla fine i grillini allontanati dall’emiciclo di Montecitorio sono stati in tutto tredici. Andando per ordine, in sette, in mattinata, hanno occupato i banchi del governo e il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, definendo “molto grave” il loro comportamento, li ha fatti uscire dall’Aula. Nel pomeriggio i pentastellati hanno esposto cartelli con scritto “governo d’azzardo” e “ladri di pellet”, poi una nuova occupazione dei banchi dell’esecutivo e la conseguente espulsione di altri deputati. «Non c'è nulla di eroico in questo», ha commentato la presidente della Camera, Laura Boldrini. Il Movimento ha contestato le misure sui giochi e sull’aumento dell’Iva sui pellet (dal 4% al 22%). In questo contesto di bagarre generale, altri tre parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno annunciato di lasciare il gruppo. Si tratta dei senatori Giuseppe Vacciano e Ivana Simeoni e del figlio di quest’ultima, il deputato Cristian Iannuzzi. Nell’ondata degli addii adesso si contano ventisei abbandoni. Tornando alla manovra, i punti cardine restano quelli voluti dal governo. A partire dal bonus da 80 euro che viene reso strutturale per la platea inizialmente prevista, quella dei lavoratori dipendenti compresi tra gli 8mila e i 24mila euro di reddito annuo. Stop ai rincari di Tasi e canone Rai, rinnovo invece dell’ecobonus, sgravi Irap sul costo del lavoro. Una misura specifica è stata pensata anche per le partite Iva, escluse già quest’anno dal bonus da 80 euro. Il regime forfettario sale al 15% ma la platea si allarga ai redditi tra i 15mila e i 40mila euro. Nuove soglie che però non sono piaciute al Parlamento che da destra, con Forza Italia e Fratelli d’Italia, e a sinistra, con Cesare Damiano della minoranza Pd, hanno criticato il “giro di vite” di un governo che degli autonomi «si interessa ancora poco». Soddisfatto invece Gianni Cuperlo, anima critica del Pd, che questa volta ha votato “convintamente” la manovra perché «è una legge che contiene tratti espansivi finalizzati alla ripresa dell’economia».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it